La Nuova Sardegna

Oristano

sindacati contro regione 

«Scarsa attenzione alle zone interne questo territorio è abbandonato»

«Scarsa attenzione alle zone interne questo territorio è abbandonato»

ORSTANO. «La Regione avvii una seria programmazione con investimenti e risorse finanziarie adeguate, per invertire la tendenza al calo demografico nel nostro territorio, potenziando nel contempo i...

02 marzo 2021
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ORSTANO. «La Regione avvii una seria programmazione con investimenti e risorse finanziarie adeguate, per invertire la tendenza al calo demografico nel nostro territorio, potenziando nel contempo i servizi pubblici fondamentali nelle aree disagiate, nelle aree interne e nei comuni minori». Le segreterie territoriali di Cgil, Csl e Uil, hanno rotto gli indugi. In un documento unitario firmato dai segretari provinciali Andrea Sanna, Alessandro Perdisci e Franco Mattana, chiedono un’inversione di rotta nelle politiche fino ad ora adottate dalla Regione. Avanzano proposte precise, indicando come priotrità «potenziare il sistema dell’istruzione e della formazione, dei trasporti e la rete viaria e infrastrutturale. Il Piano regionale di utilizzo dei finanziamenti del Recovery Fund potrebbe rappresentare una importante occasione per porre rimedio a queste manchevolezze». I sindacati dell’Oristanese hanno forti dubbi su come quei fondi saranno utilizzati e soprattutto, se serviranno ad invertire la crisi del territorio: «Da quello che vediamo nel dibattito politico di questi giorni, sulle tematiche relative ai possibili interventi progettuali con le risorse aggiuntive del Recovery Fund, ci rendiamo conto che non ci sono le condizioni e le capacità, compresa una visone organica, per un piano futuro di rilancio dell'economia Sarda e tantomeno di quella di questo territorio», si legge «critichiamo l'atteggiamento troppo autoreferenziale di questa Giunta, che nega il confronto alle parti sociali ed ai tanti portatori di interessi che potrebbero aiutare nella definizione di progetti strategici utili al rilancio economico e sociale». Sono stati i dati dell’ultimo censimento Istat che confermano come la provincia sia in costante e rapido spopolamento. Il numero degli abitanti, 166.965 nel 2001, è sceso ai 154.974 del 2019, con una riduzione di quasi il 75 per cento «dato peggiore in Sardegna», fanno ntare i sindacati. A fronte di questo calo, la percentuale degli ultrasessantacinquenni è passata dal 18 per cento del 2001 al 27 per cento del 2019. «Se a questi dati aggiungiamo che nel 2019 abbiamo la più bassa natalità registrata da quando Oristano è diventata provincia, e che il territorio presenta un numero importante di comuni minori destinati allo spopolamento ed alla loro completa estinzione, ci rendiamo conto della grave emergenza che ci si trova ad affrontare», si legge ancora nel documento. Secondo i sindacati, tra le cause principali dell’agonia del territorio c’è «la scarsa attenzione da parte della Amministrazione Regionale per lo sviluppo delle aree interne». Cgil Cisl e Uil, denunciano: «nell’ultima finanziaria regionale non sono presenti misure adeguate per il contrasto allo spopolamento e per lo sviluppo delle aree interne e per i comuni minori, questa negligenza continua a determinare forti diseguaglianze, penalizzando soprattutto l’Oristanese».

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