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Urbanistica

Futuro ex hotel Ca.ma a Oristano, il Tar deciderà sul ricorso dell’ex proprietario solo a ottobre


	L’ex hotel Ca.Ma è in tutto abusivo. E' stato acquisito al patrimonio comunale un anno fa 
L’ex hotel Ca.Ma è in tutto abusivo. E' stato acquisito al patrimonio comunale un anno fa 

In gioco c’è il passaggio al patrimonio pubblico, votato all’unanimità dal consiglio comunale un anno fa

21 aprile 2024
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Oristano Tempi lunghi per il pasticciaccio dell’ex hotel Ca.Ma. di via Veneto. Quando tutto sembrava avviato a una definitiva soluzione per uno dei tanti abusi accertati in città, ecco che un ricorso al Tar riallunga i tempi. Per tutto quest’anno il Comune dovrà attendere il pronunciamento dei giudici amministrativi. E non è detto che poi non ci sia una ulteriore appendice al Consiglio di Stato che allungherebbe ancora i tempi. Il futuro dell’ex hotel dove vivono ancora otto famiglie sarebbe segnato.

A seguito dell’ordine di demolizione deciso dalla Procura Generale di Cagliari il comune ha esercitato la sua opzione possibile dichiarando l’immobile di pubblica utilità e indicandolo come luogo dove insistere appartamenti ad housing sociale. Tutto è avvenuto l’11 aprile di un anno fa, col voto unanime del consiglio comunale. A seguito di quel voto si sarebbe dovuto redigere anche un regolamento che indicasse i criteri di assegnazione degli appartamenti, ma a questo punto, in attesa della decisione del Tar, tutto si blocca. Lo scorso anno l’ex proprietario Giovanni Michele Lochi aveva infatti inoltrato un ricorso al Tar (assistito dai legali Marcello Vignolo e Massimo Massa) per chiedere l’annullamento della delibera che riportava l’intero edificio all’interno del patrimonio comunale. Su questo punto il presidente della prima sezione del Tar Marco Buricelli ha chiesto nei giorni scorsi al Comune una «concisa e documentata nota di chiarimenti entro il 22 maggio». Ed è su questo che il comune adesso dovrà predisporre la memoria, che ricostruirà la storia. Il presidente della commissione urbanistica del consiglio comunale, Fulvio Deriu, si dice «sereno» sull’esito del procedimento.

«Anche in questo caso il consiglio comunale è intervenuto a seguito della conclusione di una controversia che si è insidiata tra privato e uffici e che si è conclusa con una sentenza definitiva, a cui noi ci siamo adeguati esercitando come consiglio una opzione prevista dalla legge. Abbiamo esercitato un nosrto diritto dopo i 90 giorni dalla decisione della Procura Generale. Non entro nel merito delle responsabilità che verranno poi valutate, ma tutto ciò allungherà di molto i tempi che si eravamo dati per risolvere definitivamente uno dei tanti obbrobri urbanistico-edilizi cittadini».

Insieme al ricorso al Tar lo stesso Lochi ha inoltrato una richiesta di risarcimento da 20 milioni perche gli abusi edilizi sarebbero stati commessi da Lochi in buona fede, dato che il costruttore avrebbe eseguito i lavori dopo il rilascio dei necessari titoli edilizi, ritenuti illegittimi dai giudici nei tre gradi di giudizio che hanno portato alla condanna definitiva di Lochi. Ma le responsabilità sarebbero viziate da errori a monte, attribuibili, secondo i legali, al personale degli uffici competenti, che non dovevano rilasciare le concessioni.

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