La Nuova Sardegna

Oristano

L’indagine

L’incendiario è tornato a controllare se il fuoco stesse distruggendo la scuola

di Enrico Carta
L’incendiario è tornato a controllare se il fuoco stesse distruggendo la scuola

Gli sviluppi dell’inchiesta della polizia sul rogo all’istituto scolastico di viale Diaz

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Oristano È minorenne e aveva un conto da regolare con la scuola che aveva frequentato. Per essere sicuro che la sua missione arrivasse a compimento, dopo aver appiccato le fiamme, è tornato sul luogo dell’incendio per verificare che il rogo stesse camminando e bruciando tutto ciò che incontrava nel suo percorso. Un’impronta di scarpa e i filmati delle telecamere sono stati però implacabili nel dare un volto all’autore del danneggiamento di un piano dell’edificio scolastico di viale Diaz che un tempo ospitava l’istituto tecnico Mossa e che ora fa capo all’istituto alberghiero Don Deodato Meloni e accoglie anche alunni del liceo classico De Castro. Com’è andata è fatto noto: il pomeriggio di Ferragosto l’incendio ha devastato un piano dello stabile, fermato poi dai vigili del fuoco quando aveva mandato in cenere diversi arredi, materiale scolastico, impianti elettrici e per la rete internet e annerito le pareti di alcune aule. Com’è andata a finire è invece novità che si percepiva quale imminente e che ora per gli inquirenti è certezza.

L’indagine lampo della polizia di Stato ha infatti portato frutti immediati. In meno di un mese il giovane è stato infatti identificato e denunciato. Decisivo è stato il lavoro degli agenti della Squadra mobile coordinati dal dirigente Samuele Cabizzosu, con l’indispensabile e preziosa collaborazione della polizia locale. L’analisi delle immagini registrate dell’impianto di videosorveglianza del comune di Oristano, cui vanno aggiunti gli elementi raccolti sulla scena del crimine da personale del gabinetto provinciale di polizia scientifica, che ha prelevato alcune impronte sono state determinanti. Di fronte a tali elementi è scattata la denuncia del minorenne che ha già avuto qualche problema di carattere giudiziario, più che altro legato a questioni di droga, e che ora attende i primi provvedimenti della procura del tribunale dei minori di Cagliari. La sua è stata una giornata molto particolare. Gli spostamenti effettuati nel pomeriggio di Ferragosto sono stati ricostruiti nei minimi dettagli. Il fatto singolare è che, una decina di minuti prima di addentrarsi nella scuola, era stato fermato da una volante della polizia mentre si aggirava per le strade di Oristano in monopattino. Forse questo evento potrebbe addirittura avergli creato un alibi aver rafforzato il suo convincimento a compiere il raid.

Dopo aver terminato l’identificazione, si è infatti recato nella piazza tribunale, dove ha parcheggiato il monopattino. Da lì all’ingresso della scuola la distanza è di poche decine di metri e a quell’ora nessuno passava da quelle parti. È entrato nell’edificio e vi è rimasto sino a che non ha prima provato ad allagarlo per poi cambiare idea e appiccare l’incendio. A quel punto è uscito, ha ripreso il monopattino e si è allontanato da viale Diaz e piazza Aldo Moro, dove è tornato mezz’ora più tardi. È nuovamente entrato a scuola, probabilmente per controllare che tutto stesse procedendo secondo i suoi piani e da ultimo ha lasciato definitivamente il teatro del gesto appena compiuto. Le fiamme furono avvistate da un passante che diede l’allarme e consentì ai vigili del fuoco di spegnere l’incendio. Cosa rischi ora il giovane è da definire, perché la legislazione per i minorenni che commettono reati è particolare e meno severa rispetto a quella degli adulti. Una cosa è però certa: qualcuno i danni li dovrà pagare e spetterà ai genitori farsi carico di risarcire la scuola e la Provincia, proprietaria dell’edificio. Sia il dirigente scolastico Bruno Sanna che l’amministratore straordinario dell’ente, Battista Ghisu, avevano annunciato l’intenzione di non soprassedere di fronte a un fatto di tale gravità, per cui procederanno legalmente.

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