La Nuova Sardegna

Oristano

Lo scontro

Esposto di un comitato di cittadini contro le risaie: «Portano le zanzare e la febbre del Nilo»

di Michela Cuccu
ORISTANO RISAIE DI RISO NERO
ORISTANO RISAIE DI RISO NERO

Oristano, il comitato di Sa Rodia vuole che siano vietate all’interno del perimetro urbano

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Oristano Il timore corre sul filo delle punture di zanzara, e anche in città la preoccupazione per la febbre del Nilo si fa sempre più concreta. Con i casi che aumentano giorno dopo giorno, l’allarme si è trasformato in un’azione formale da parte di un gruppo di residenti del quartiere Sa Rodia, che hanno presentato un esposto alle autorità locali. La richiesta è chiara e non ammette repliche: interventi urgenti per arginare un problema che, a loro avviso, minaccia la salute pubblica. I cittadini non chiedono solo una disinfestazione massiccia, ma due misure radicali e risolutive: l’istituzione di una fascia di rispetto tra le risaie e le aree abitate e l’eliminazione definitiva delle coltivazioni di riso dal perimetro urbano. Un’istanza che non è una semplice lamentela, ma un atto supportato da un senso di urgenza che cresce con ogni nuova notizia di contagio. La vicinanza delle risaie a strutture sensibili come l’ospedale, un centro sportivo frequentato da bambini e un hotel, rende il rischio ancora più inaccettabile. Si tratta di una situazione che, secondo i residenti, si protrae da anni, ignorando le precedenti proteste e segnalazioni.

L’esposto solleva un interrogativo cruciale: i firmatari chiedono con forza un intervento deciso da parte delle istituzioni, sottolineando che la Costituzione tutela la salute come un diritto fondamentale. La risposta, per ora, è un silenzio assordante da parte delle associazioni di categoria agricole. Il direttore provinciale di Coldiretti, Emanuele Spanò, spiega che almeno per il momento l’organizzazione preferisce non commentare. Stessa risposta arriva da Confagricoltura. Solo l’imprenditrice Elisabetta Falchi, la cui famiglia coltiva riso da decenni, rompe il silenzio definendo la questione una «vecchia polemica». Sottolinea come, anche in passato, le verifiche sanitarie abbiano escluso pericoli e che la Provincia di recente ha fatto controlli nella sua azienda senza riscontrare focolai di West Nile: «Il problema non sono le risaie che qui ci sono da oltre mezzo secolo, ma l’espansione della città in aree rurali, con l’abitato che si sta avvicinando sempre più alla campagna. Il vero problema è la presenza di stagni che circondano Oristano, è lì che le zanzare proliferano».

Nel frattempo, i dati continuano a preoccupare: due nuovi casi nell’Oristanese portano il totale a 26 contagi nel 2025. A essere risultati positivi sono una ultrasessantenne di Oristano, che si è recata in Pronto soccorso con sintomi influenzali ed è stata dimessa dopo la visita; e un ultrasettantenne di Samugheo, attualmente ricoverato al San Martino. Dopo il caso di Giuseppe Marras, l’allevatore 91 di Ghilarza deceduto a causa delle conseguenze insorte dopo aver contratto il virus, avanza l’ipotesi di istituire un cordone sanitario. Il commissario straordinario dell’Asl 5, Federico Argiolas, pur ammettendo che non si può eliminare la patologia come si fece con la malaria, riconosce che l’espansione urbana ha reso il problema più complesso. L’idea di fasce di protezione sanitarie è ideale, ma necessita di un confronto tra istituzioni. Nel frattempo, la Provincia ha avviato una campagna straordinaria di disinfestazione.

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