La Nuova Sardegna

Suv e lumache, cafoni veri e presunti

di Flavio Soriga
Suv e lumache, cafoni veri e presunti

Flavio Soriga: i sardi sono più educati dei turisti saccheggiatori di sabbia

29 agosto 2013
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Arrivano notizie, ogni anno, di clamorosi episodi di maleducazione debordante, e in particolare dalle nostre spiagge, che come tutti sanno sono tra le più belle del mondo e solo noi sardi non ce ne siamo mai accorti, e infatti se solo capissimo che servire cocktail ghiacciati sotto un tendone bianco montato a Capriccioli potrebbe essere redditizio, vivremmo tutti in abbondanza e non saremmo costretti ad emigrare.

Arrivano notizie, ogni estate, di amanti innamoratissimi di questa terra (ben più di noi che ci siamo nati e cresciuti), gente che questo amore lo palesa arrivando in spiaggia col fuoristrada, tirando su nottetempo verande che affacciano sugli scogli, portandosi a casa chili di sabbia come souvenir e altre simili dolcissime prove d'innamoramento totale (altro che noi di Cargeghe e Lunamatrona che non abbiamo mai capito che basterebbe una pizzeria a Porto Cervo per vivere nell'abbondanza e regalare un futuro radioso ai nostri figli).

«Ma come fate», ci chiedono ogni tanto i forestieri, «a non vedere quanto è bella questa terra?». E verrebbe da rispondere prima di tutto che lo vediamo eccome, l'abbiamo sempre visto, persino noi cresciuti in paesi rispetto ai quali le spiagge sono così lontane da essere un altrove, in qualche modo un mondo diverso dal nostro di pescatori di fiume e coltivatori di carciofi. L'abbiamo sempre vista, la bellezza della nostra terra, e ci siamo comportati sempre di conseguenza (almeno la stragrande maggioranza di noi).

E poi verrebbe da aggiungere che il villaggio vacanze in cui l'interlocutore ha appena trascorso dieci giorni in-di-men-ti-ca-bi-li, e persino la spiaggia solitaria in cui ha amoreggiato con la sua nuova fidanzata in una sera di luna piena che non dimenticherà mai più, che questi posti non sono perfettamente rappresentativi della «nostra terra», che è sì bellissima, certo, ma comprende anche le periferie urbane, i paesini cresciuti nel disordine architettonico, la povertà di troppe famiglie e la sofferenza di troppi disoccupati, tutto questo essendo in realtà «la nostra terra», e non solo e nemmeno soprattutto la meraviglia di un tramonto d'agosto sul mare di Palau. E c'è maleducazione e maleducazione, e forse occorrerebbe anche ricordare sempre che in questo campo molto è relativo, e che per alcuni miei parenti e compaesani, così come per alcuni sassaresi che mi è capitato di incontrare a Pineta Mugoni, portarsi appresso un intero campionario della cucina povera del territorio con robusti innesti di preparati ipercalorici come lasagne al forno e maccheroni fritti, portare tutto questo con sé in pineta e trascorrere due o tre ore a mangiare lumache al sugo e piedini d'agnello a dispetto dei quaranta gradi, tutto questo non è affatto maleducazione.

E io, sinceramente, non me la sento di alzare il dito contro il loro amore (che pure non condivido) per le baracche e le mangiate pantagrueliche, e soprattutto considerando che per molti altri non è cafone sparare musica dance dalle casse di un bar per l'intera giornata, e per altri ancora vestire slip bianchi attillati da uomo, e addirittura per molti sindaci non è maleducato (e nemmeno ingiusto, immagino) permettere agli stabilimenti balneari di occupare quattro quinti dell'arenile, impedendo ai sardi che non vogliano o non possano pagare qualche decina di euro al giorno di trascorrere le proprie vacanze gratuitamente nella loro terra, portandosi da casa ombrellone e telo mare. E forse un giorno, oltre a scandalizzarci per certi forestieri che oltraggiano la Sardegna mentre dicono di amarla, dovremmo cominciare a discutere dell'equità o meno dei parcheggi da pagare nelle nostre spiagge, del fatto che a un padre di famiglia di Ossi venga imposta una tassa di cinque euro per passare mezza giornata alle Bombarde. A casa sua, nella sua terra, di cui vede benissimo la bellezza, anche se non ha mai pensato di aprire un lounge bar a Piscinas.

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