La Nuova Sardegna

Addio a Giulio Rosati uno dei padri della neurologia

Addio a Giulio Rosati uno dei padri della neurologia

Morto a 73 anni, ex preside della facoltà di Medicina a Sassari Direttore del centro regionale di sclerosi multipla

17 agosto 2016
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SASSARI. C’erano i familiari, gli amici, ex pazienti e tantissimi colleghi dell’università sassarese a dare l’ultimo saluto a Giulio Rosati, professore emerito, neurologo di fama, stroncato il giorno di ferragosto da un male improvviso, a 73 anni. Nella “sua” Fertilia, che aveva scelto da tempo come luogo di vacanza. La chiesa di San Marco non è riuscita ieri a contenere quanti hanno voluto partecipare al funerale di un medico noto a livello internazionale che alla passione per la scienza univa l’impegno politico e sociale.

Sui social la sua morte è rimbalzata da una home all’altra. Centinaia le manifestazioni di affetto e di stima di allievi, malati che ha curato nel corso della sua lunga professione a Sassari, e di chi ha vissuto accanto a lui nell’Accademia, come quelle che gli ha dedicato l’ex rettore Attilio Mastino: «Lo voglio ricordare oggi come mio delegato alla sanità, con tante idee, tante proposte, tanti impegni. Soprattutto tanta generosità. Sognava un'Azienda Ospedaliero Universitaria più efficiente e davvero al servizio del territorio. Lasciatemi dire che con lui scompare una figura storica, un punto di riferimento forte, un amico leale, che sapeva parlare chiaro con tutti. Condoglianze di cuore alla sua famiglia, ai suoi allievi, ai suoi colleghi, ai suoi pazienti», sono state le parole commosse dell’ex Magnifico su Facebook.

Nato a Parma nel 1943, Rosati era approdato a Sassari nel 1969 per il primo incarico da assistente. Dopo la laurea si era specializzato in Malattie Nervose e Mentali. Un incarico a Ferrara e poi il ritorno a Sassari dove divenne professore associato tra il 1982 e il 1986, e quindi ordinario di Neurologia e direttore dell'Istituto di Clinica Neurologica fino alla pensione. Il riconoscimento che l’ateneo gli tributò come professore emerito lo aveva accolto con grande soddisfazione, e il legame con l’università non si era mai interrotto.

Quando arrivò in Sardegna cominciò ad occuparsi di sclerosi multipla evidenziando nel 1982 che l’isola era un’area ad alto rischio presentando, a livello mondiale, la percentuale maggiore di malati di sclerosi. I suoi studi in questa branca non si sono mai interrotti. Le sue conoscenze nel campo della malattia lo hanno portato alla nomina a direttore regionale del Centro sclerosi multipla e le sue competenze scientifiche a collezionare in seguito altri titoli importanti e collaborazioni con prestigiose università di tutto il mondo: da Oxford ad Harvard, dall’istituto Karolinska di Stoccolma al Max Planck tedesco. Le sue ricerche hanno spaziato in molti campi, con particolare attenzione alle neuroepidemiologia, alla epidemiologia genetica per continuare con la neurofisiologia clinica e l’epilessia.

Negli anni in cui era preside della facoltà di Medicina si impegnò per la nascita dell’Azienda mista, che sta vedendo solo da pochi mesi la sua nascita. A lungo tesserato del Partito comunista, era rimasto vicino al Pd anche se non più militante attivo e con un certo distacco verso le sue ultime scelte in tema di sanità regionale.

Uomo schietto, non lesinava critiche quando qualcosa non gli andava, nella politica come nel campo in cui operava. E con una forte tempra. Aveva affrontato il dolore per la morte precoce di un figlio e superato un grave momento di salute. Era battagliero. Da giovane era un appassionato rugbista. Una “scuola” che gli è servita nella vita.

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