La Nuova Sardegna

lettera a solinas e Biancareddu 

Il prof: le norme per la scuola ci sono

Deiara: con le leggi sulle minoranze linguistiche possibili 7000 posti

03 novembre 2019
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SASSARI. «Le norme per salvare la scuola sarda? Non c’è bisogno di scervellarvi: esistono già». A scriverlo in una lettera aperta al presidente Christian Solinas e all’assessore della pubblica istruzione Andrea Biancareddu è un docente sassarese di musica, Antonio Deiara. «Le norme ci sono, sarebbe sufficiente farle applicare – spiega – La legge 482/99 include le minoranze linguistiche catalana e sarda tra quelle tutelate dall’art. 6 della Costituzione. Il Dpr 81/2009 prevede che le aree geografiche abitate dalle minoranze linguistiche usufruiscano di parametri ridotti per la formazioni di classi uniche e indirizzi di studio: sono sufficienti 10 alunni per classe. E col decreto legge 98/2011 bastano 400 alunni anziché a 600 per mantenere un’autonomia scolastica, ovvero con 400 alunni, le scuole di Usini, Sennori, Castelsardo, Ploaghe, etc. manterrebbero la presidenza e la segreteria». Deiara ricorda che «una legge finanziaria degna di Quintino Sella, firmata da Mario Monti, stabilì che dal 2012 solo le minoranze linguistiche di origine straniera (francese, tedesca, slava) avrebbero usufruito delle tutele del Dpr 81/09. Il Friuli impugnò quella norma di fronte alla corte costituzionale e, dato che nel proprio Statuto figurava la non-discriminazione tra minoranze dello stesso territorio, salvaguardò le proprie scuole. Nel frattempo la Regione autonoma della Sardegna dormiva il “sonno degli innocenti”». «Ora esistono due soluzioni percorribili: un articolo di legge del governo che escluda i sardi dalla “norma Monti”, considerato che il territorio della nostra minoranza linguistica è delimitato dal mare; un ricorso al Tar, unitamente all’introduzione nello Statuto della Sardegna del principio di non-discriminazione tra minoranze catalana e sarda nell’Isola, in base all’art.3 comma 2 della Costituzione spagnola che riconosce il catalano come una delle lingue ufficiali della Spagna, e quindi per noi è “lingua straniera”. La legge Monti sarebbe così sterilizzata e la scuola sarda europea rinascerebbe, ponendo un possente antemurale di fronte all’abbandono e alla dispersione scolastica, ai fenomeni di devianza e microcriminalità giovanile, allo spopolamento delle zone interne. Si riaprirebbero classi e sezioni, si pensi ai geometri di Nuoro, rinascerebbero scuole autonome, 6000 cattedre e 1200 posti Ata». A Solinas e Biancareddu Deiara ricorda il recente pronunciamento del Tar sugli indirizzi musicali «prima negati dal direttore Usr Francesco Feliziani e dal responsabile Usp di Sassari, Anna Maria Massenti: vi sia di esempio. Spero venga smentito quanto sosteneva Manzoni, che se uno il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare. In caso contrario, il tempo è galantuomo... » (a.palm.)



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