La Nuova Sardegna

Riecco i cafoni del mare, i bagnanti li bloccano

di Serena Lullia
Riecco i cafoni del mare, i bagnanti li bloccano

In Gallura gruppi in barca danno l’assalto alla spiaggia senza rispettare i divieti di approdo

01 giugno 2020
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OLBIA. Le spiagge sono ancora semideserte ma i cafoni del mare sono già arrivati. La città uscita da poco dal lockdown non ha ancora pianificato come proteggere i suoi lidi dai frequentatori allergici alle regole. Atteso anche l’avvio dell’operazione “Mare sicuro” grazie a cui la Capitaneria di porto pattuglia i litorali. Ieri i primi insolenti padroni delle onde si sono presentati all’appuntamento della domenica. Spiaggia Su Sarrale (Bunte), zona Capo Ceraso. Lunga lingua di sabbia rossastra su trasparenze azzurre. Pochi bagnanti a cuocere sotto il sole, distanziamento sociale più che rispettato. Dall’orizzonte una barca punta verso la riva. Da terra il resto della comitiva, già con ombrellone e sdraio apparecchiati sui granelli, indica la posizione sbracciandosi. Il gozzo arriva a meno di due metri dal bagnasciuga, fa anche un tentativo di buttare l’ancora. Un solerte bagnante si avvicina e rinfresca la memoria allo skipper. L’ormeggio è consentito a 200 metri dalla spiaggia, a 100 dagli scogli. La garbata ma decisa osservazione costringe il natante a riprendere il largo, non senza commenti infastiditi e giustificazioni impossibili. «Dovevo far scendere il bambino», «Dove metto la barca». Non passa nemmeno mezzora ed ecco un motoscafo di meno di 6 metri puntare verso la spiaggia con disinvolta sicurezza. Supera la linea dei 200 metri, al momento non indicata da cavi tarozzati o boe e si prepara ad adagiare la prua sulla sabbia. Anche in questo caso sono i bagnanti a invitare l'uomo al timone ad andare via. «Devo far fare i bisogni a mia figlia piccola». Sulla spiaggia però non ci sono bagni, né stabilimenti balneari. La toilette sarebbe quindi, secondo l’uomo, un cespuglio nascosto. Il motoscafo fa manovra e va via. Ma evidentemente l’urgenza fisiologica della piccola era solo una scusa. Il mezzo arretra, indugia e resta sulla linea dei 200 metri per un po’. L’estate dei cafoni è cominciata.

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