La Nuova Sardegna

Noi ragazze diciamo basta alla violenza

Noi ragazze diciamo basta alla violenza

Il drammatico racconto di un abuso sessuale, la voglia di ribellarsi a ogni forma di sopraffazione, l’appello alle donne

10 dicembre 2020
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«Eravamo in discoteca una sera d’estate e a un certo punto una delle nostre amiche non c’era più, la cercammo senza trovarla. Era notte quando alcuni ragazzi ci avvisarono che la nostra amica stava andando in ospedale. Scoprimmo così che un uomo l’aveva aggredita e lei, dopo avere provato respingerlo, aveva urlato così forte da richiamare l’attenzione dei ragazzi che andarono in suo aiuto e la portarono via. Il giorno dopo andai a trovarla, braccia, gambe, polsi e collo erano pieni di lividi. Non ha mai parlato molto di quell’accaduto». Questo episodio drammatico è emerso durante il confronto che sedici studentesse della redazione “La Nuova@Scuola” (nell’articolo a fianco tutti i loro nomi) ha fatto, durante un collegamento in piattaforma, sul tema della violenza di genere. È un episodio drammatico ma secondo noi significativo.

Le donne che hanno subito violenza, infatti, tendono a colpevolizzarsi e a pensare che siano loro ad aver sbagliato e questo porta ad odiare sè stessi ed il proprio corpo.

Bisogna dire basta a tutte le forme di violenza. Esistono infatti violenze fisiche e psicologiche dove sia il corpo sia la mente subiscono traumi irreversibili fino alle conseguenze irreparabili. In questo periodo i casi di femminicidio sono triplicati e sono aumentati gli episodi di maltrattamenti. Non potendo uscire di casa, moltissime donne hanno preso l’iniziativa di cercare aiuto tramite gesti.

Nelle violenze sessuali le vittime che non hanno distinzione di sesso, età, ceto sociale. Violenze che mostrano i loro effetti a lungo nel tempo, con cicatrici che non si rimarginano mai. Il dramma della violenza non è solo quell'attimo in sè stesso, ma è tutto il seguito.

In Italia il 31,5% delle donne ha subito violenza fisica e psicologica, come se fossero degli oggetti da sottomettere. La violenza sessuale o stupro si manifesta con l’uso della forza, con provocazioni o minacce e questo comporta a subire atti sessuali contro la propria volontà, oltre a colpirti fisicamente ti colpisce nell’anima. Con essa una persona viene violata della propria femminilità ed entra in contatto con la paura. Paura che qualcuno possa toccarti, paura di essere guardata, paura del tuo stesso corpo. Un corpo che dopo essere stato distrutto, in molti casi viene lasciato senza vita.

La violenza non è solo fisica, qualche volta comincia con l’annullamento della personalità della vittima. Con frasi tipo “Il tuo corpo è mio” “Mi fai pena! Ma guardati, sei inutile… non vali niente” “Sei solo una poco di buono” “Senza di me non esci” “Ti copri?! Non vedi che sei volgare?” “Sei grassa, perché non dimagrisci?’’

Questa è violenza psicologica ed è come una doppia pelle che ti rimane addosso, uno scheletro nell'armadio che quando si apre fa male, perché quelle parole saranno sempre lì, incise nella mente come un chiodo fisso, che più provi a dimenticare e più si fanno vive come fiamme ardenti, che ti logorano fino a farti perdere la fiducia in qualsiasi persona, ma anche in te stessa.

Lo sviluppo tecnologico ha influito enormemente, sui social tutti sentono di avere il diritto di esprimere la loro opinione, criticando la persona e l’aspetto fisico in modo inappropriato, eseguendo body shaming.

Siamo convinte che l’unico modo per uscire da questa spirale sia imparare a riconoscere i segni della violenza, a dire STOP!, BASTA!, a tutte le forme di violenza fisica e psicologica. Bisogna smetterla di essere vittime.

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