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Camilla Soru, Cagliari: «Il nuovo stadio e Sant’Elia: il mio voto di coscienza»

Silvia Sanna
Camilla Soru, Cagliari: «Il nuovo stadio e Sant’Elia: il mio voto di coscienza»

Consigliera comunale del Pd, l’unica a schierarsi con la maggioranza di centrodestra. «È un bel progetto, riqualifica e unisce centro e periferia. Perché astenersi?»

04 giugno 2021
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SASSARI. C’è una parola che ritorna spesso nel suo discorso ed è “ricucitura”: significa integrare in maniera armoniosa le diverse componenti del paesaggio attraverso l’innesto di nuovi elementi per valorizzare il quadro d’insieme. Camilla Soru parla di “ricucitura” del quartiere Sant’Elia alla città di Cagliari come il padre Renato Soru parlava della ricucitura necessaria tra le coste e l’interno della Sardegna, due realtà troppo staccate che lui si proponeva di armonizzare attraverso il Piano paesaggistico regionale. Camilla Soru, consigliera comunale di opposizione a Cagliari, componente del gruppo Pd, spinta dalla volontà di spezzare le divisioni territoriali e sociali, ha votato a favore della variante urbanistica al Puc che consentirà di dare gambe al progetto del nuovo stadio del Cagliari. È stata l’unica consigliera della minoranza di centrosinistra che ha benedetto il piano presentato dalla giunta di centrodestra guidata da Paolo Truzzu: gli altri esponenti di opposizione si sono astenuti, alcuni erano assenti. L’hanno fatto nonostante quel progetto fosse stato modificato proprio su richiesta del sindaco precedente Massimo Zedda, della cui maggioranza alcuni facevano parte. «Ho votato secondo la mia coscienza – dice Camilla Soru – perché ritengo quel progetto valido, moderno, intelligente. E le cose belle vanno incoraggiate e sostenute, anche se le presenta l’opposta parte politica. Anzi, per me fare politica è proprio questo». Non lo è invece, secondo la figlia maggiore dell’ex governatore della Regione, dire no per partito preso rischiando di creare una danno alla collettività: «È successo qualche tempo fa proprio in questo Consiglio quando la destra bocciò il progetto del Betile, che avrebbe fatto di Sant’Elia e di Cagliari una delle porte della Sardegna e il nostro biglietto da visita nel mondo». E proprio del Betile, il grande museo da 200 milioni dell’archistar Zaha Hadid, ha parlato il sindaco Truzzu al termine della seduta del Consiglio: «Possiamo pensare di riproporlo». Forse è stato l’intervento della Soru a riaccendere il suo interesse, o forse il disappunto perché quell’opera dalle linee futuristiche potrebbe cambiare presto il volto del waterfront di Reggio Calabria.

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Voto a favore. La variante urbanistica approvata dal consiglio comunale ha sostituito il primo progetto, presentato dal Cagliari calcio in cui l’unico protagonista era il nuovo stadio. «Ora, è chiaro che alla società calcistica interessa solo lo stadio, ma l’amministrazione – spiega CamillaSoru – ha il dovere di pianificare. E noi in questo caso non possiamo parlare solo dello stadio ma dobbiamo cogliere la straordinaria opportunità di dare un nuovo volto a un quartiere, Sant’Elia, oggi abbandonato e lontanissimo dalla città. Attraverso l’intervento complessivo, che parte dallo stadio, possiamo portare il centro nella periferia e viceversa, eliminare divisioni, cancellare ghetti, recuperare forse l’area più bella della città e renderla appetibile. Per questo ho votato a favore: il progetto precedente prevedeva solo una enorme scatola, un obbrobbrio di cemento che non connetteva nulla con attorno una distesa di parcheggi destinata a rimanere vuoti tutti i giorni dell’anno tranne la domenica. Uno spazio slegato dal contesto, con ristoranti, giardini e alberghi: un luogo chiuso e finito. E vecchio dal punto di vista architettonico, perché chi disegna le città non le immagina di certo così. La variante invece, non divide ma unisce spalmando le cubature in maniera armoniosa».

Cubature e costi. Secondo l’opposizione sono questi i due problemi principali: l’aumento delle cubature (che non c’è secondo l’architetta Peretti, responsabile del progetto) e i costi lievitati che allungherebbero i tempi di realizzazione. «Rispetto i colleghi dell’opposizione, ai quali da tempo avevo detto che avrei votato a favore. Su costi e tempi è possibile che abbiano ragione ma il tema non è questo: Cagliari e Sant’Elia meritano interventi belli e fatti bene, non lavori in economia, obsoleti e concettualmente sbagliati. Su Sant’Elia siamo in ritardo di quasi 15 anni e questa è l’ultima occasione che abbiamo. Bisogna crederci, guardare lontano». Anche Renato Soru ci crede: «Babbo mi ha chiamata, mi ha detto “sei stata brava a coraggiosa”».
 

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