La Nuova Sardegna

Morti nelle case di riposo la Procura chiude l’inchiesta

di Nadia Cossu
Morti nelle case di riposo la Procura chiude l’inchiesta

Dieci indagati per 49 decessi a Villa Gardenia, San Nicola e Casa Serena 

24 giugno 2021
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SASSARI. Erano tutti ospiti di case di riposo e residenze sanitarie assistenziali. Fragili e affidati alle cure degli operatori che durante la pandemia hanno lavorato giorno e notte a perenne rischio di contagio.

Molti di quegli anziani, nei mesi più critici dell’emergenza sanitaria, hanno contratto il covid e sono deceduti. Ora la Procura della Repubblica di Sassari – che proprio per individuare eventuali responsabilità per quei decessi aveva aperto un’inchiesta condotta sul campo dai carabinieri del Nas con la collaborazione dello Spresal – ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a dieci persone chiamate a rispondere dei reati di epidemia colposa e omicidio colposo plurimo.

La prima struttura finita sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti è la casa di riposo “Villa Gardenia” di Ossi dove a morire furono quattordici anziani. Nel registro degli indagati la rappresentante legale della cooperativa che gestisce la residenza, un’altra persona che esercita i poteri di fatto del datore di lavoro e il responsabile del servizio di prevenzione e protezione.

Ugualmente quattordici vittime ci furono nella Rsa “San Nicola” di Sassari. Qui le persone che il procuratore Gianni Caria e il sostituto Paolo Piras hanno indagato sono cinque. Si tratta dei rappresentanti legali della “Segesta Gestioni srl” e della “Mosaico cooperativa sociale onlus” (con appalto della gestione di servizi integrati). E ancora del direttore sanitario e dei responsabili del servizio di prevenzione e protezione della Segesta e della Mosaico.

La terza struttura è l’istituto “Casa Serena”, sempre a Sassari. I reati di epidemia colposa e omicidio colposo plurimi sono stati contestati al rappresentante legale e al responsabile del servizio di prevenzione e protezione della “Coop A.S.” che aveva in appalto il servizio di assistenza.

Tutti e dieci gli indagati sono inoltre chiamati a rispondere di una serie di violazioni della normativa a tutela della salute dei lavoratori.

Nella stessa inchiesta l’attenzione era stata puntata anche su alcuni medici di base i cui pazienti erano ricoverati in particolare a Casa Serena. Al termine degli accertamenti eseguiti durante le indagini preliminari il pubblico ministero Paolo Piras ha ritenuto opportuno presentare una richiesta di archiviazione nella convinzione che la loro condotta fosse conforme al rapporto paziente-medico di medicina generale e alle indicazioni ricevute dall’Ats. Proprio nel pieno della prima ondata covid, infatti, un provvedimento dell’Ats aveva consigliato ai medici di famiglia di non avere contatti con i pazienti ricoverati nelle Rsa e nelle case di riposo. A meno che l’intervento richiesto non avesse carattere di urgenza. La Procura ha in sintesi stabilito che i medici altro non fecero se non rispettare quelle indicazioni a tutela della propria salute e di quella di tutti i loro assistiti.

Il lavoro degli inquirenti non è affatto concluso. Perché se è vero che il maggior numero di vittime si è registrato nella prima ondata della pandemia è purtroppo altrettanto vero che anche la seconda ha trascinato con sè diverse morti. E anche su queste la Procura di Sassari ha avviato le indagini che potrebbero chiudersi nei prossimi mesi.

Intanto nella prima settimana di luglio si terrà l’udienza preliminare davanti al gup Antonello Spanu nell’ambito dell’inchiesta volta a far luce su eventuali responsabilità per le undici vittime e le decine di contagiati, tra personale sanitario e pazienti, nel periodo in cui scoppiò il primo focolaio Covid all’interno del reparto di Cardiologia del Santissima Annunziata. Per quelle morti e per quelle sofferenze la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio del direttore dell’Ufficio igiene e sanità pubblica Fiorenzo Delogu (difeso dagli avvocati Silvio Piras e Giovanni Sechi), il direttore sanitario dell’Aou Bruno Contu (assistito dal legale Nicola Satta) e il direttore generale dell’Ats Giorgio Steri (in carica il 20 marzo del 2020, difeso da Guido Manca Bitti).

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