La Nuova Sardegna

Auto sul pilone, muore come il fratello

di Enrico Carta
Auto sul pilone, muore come il fratello

Terribile incidente stradale, la vittima è un 24enne di Fordongianus. La famiglia già segnata da un lutto due anni fa

26 giugno 2021
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ORISTANO. L’auto si schianta contro un enorme pilone, un muro di cemento armato che appena si scalfisce. Le lamiere invece si accartocciano, l’airbag non basta. Non è un incidente stradale, non è una tragedia. È di più, è qualcosa che forse nemmeno ha un nome perché dentro la Volkswagen Polo nera c’è Gugliemo Angius, coi suoi 24 anni che se ne vanno via assieme agli ultimi respiri appena percepiti dagli altri automobilisti che si fermano subito per soccorrerlo. Non può essere chiamato incidente quello di ieri pomeriggio attorno alle 18.15 sulla strada provinciale 388 che da Oristano porta a Simaxis. È troppo anche per chiamarsi tragedia.

È la seconda volta che la morte irrompe, nello stesso modo, a casa Angius. La famiglia di Fordongianus, dove Guglielmo viveva coi genitori, aveva già visto volare via un altro figlio, Tommaso. Aveva diciotto anni nel settembre del 2019, quando morì in uno scontro frontale tra due moto a poche centinaia di metri dal paese. E ieri il destino è tornato a bussare alla porta della stessa casa, annunciando un altro lutto. E poco importa come sia successo. È successo, di nuovo.

Erano le 18.15 e la macchina di Guglielmo Angius, che secondo i primi accertamenti pare non indossasse la cintura di sicurezza, viaggiava verso Fordongianus. Stava percorrendo il tratto finale del rettilineo che da Oristano porta alla frazione di Silì, prima della curva del passaggio a livello da cui poi si arriva direttamente a Simaxis. L’auto, secondo quanto ricostruito dagli agenti della polizia locale del capoluogo grazie anche alle testimonianze di due automobilisti che hanno assistito all’incidente, ha sbandato forse dopo aver toccato con lo specchietto un cartello stradale al margine della carreggiata. Forse c’è stata a quel punto una manovra brusca con Guglielmo Angius che ha probabilmente tentato una seconda sterzata, ma un istante dopo è finito contro l’enorme pilone, tirato su per reggere il peso del cavalcaferrovia iniziato anni fa e mai completato.

Lo schianto ha cancellato completamente lo spazio vitale per il giovane automobilista. Il motore è finito dentro l’abitacolo. Il resto è lavoro, quello dei vigili del fuoco che hanno estratto il corpo dalla macchina; quello dell’équipe 118 che nemmeno ha avuto il tempo di tentare un salvataggio; quello degli agenti della polizia locale che hanno effettuato i rilievi e gestito il traffico. Tutto questo mentre a qualcuno è toccato il compito di andare a cercare il signor Traiano e la signora Donatella. I due genitori avevano perso il sorriso quando si era spento quello del loro amato Tommaso nell’incidente in moto, ora ripiombano in un incubo che moltiplica il dolore all’infinito. A loro resta, lontana perché vive fuori Sardegna, la sorella maggiore Roberta, altro cuore spezzato. Tutti insieme avevano avviato una battaglia legale perché a Tommaso era stata attribuita la responsabilità del precedente incidente. Non si erano voluti arrendere a quel responso della prima perizia, ma ora tutto quello sembra ancora più inutile. Nei pensieri di chi rimane non c’è più solo un angelo da piangere, c’è anche Gugliemo. Figlio e fratello perso, volato via per raggiungere Tommaso in paradiso. Per chi ha ancora la forza di pregare.

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