La Nuova Sardegna

Dopo l'ultimo viaggio da Cagliari Civitavecchia si allontana

Dopo l'ultimo viaggio da Cagliari Civitavecchia si allontana

I biglietti non bastano per coprire le spese e Tirrenia sospende la tratta

13 settembre 2021
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CAGLIARI. Era uno dei simboli della continuità territoriale tra l’isola e il continente. Un filo che da 70 anni garantiva il diritto dei sardi di sentirsi parte di una comunità nazionale e un po’ meno schiavi di un mare fonte di ricchezza ma, anche, di tanti problemi. Da oggi 13non sarà più in esercizio la tratta Cagliari-Civitecchia. Il collegamento era garantito dalla Tirrenia (compagnia del gruppo Onorato) che ha fatto due conti, ha visto che i costi superano i ricavi e ha detto basta. Se ne riparlerà – forse – quando i passeggeri saranno di nuovo numerosi e ristabilire il collegamento sarà ancora un affare. Per ora addio alla tratta in barba alle polemiche e alla presa di posizione, anche dura, della Regione.

«Con la stagione turistica ancora aperta – ha detto l’altro ieri l’assessore al trasporti Giorgio Todde – la soppressione delle corse è un danno gravissimo, che il Governo deve scongiurare con un intervento immediato. L’interruzione del servizio diventerebbe l’epilogo di un’estate già segnata da ritardi, disservizi e cancellazioni che hanno interessato tutti gli scali sardi».

Un appello al ministro è arrivato anche dal deputato Andrea Vallascas e da un folto gruppo di consiglieri regionali. «La cancellazione della linea Civitavecchia-Cagliari – ha detto Vallascas – è la naturale conseguenza della gestione fallimentare da parte di ministero e Invitalia dei bandi sulla continuità territoriale marittima. Tra i tagli alle risorse, la soppressione di alcune rotte sussidiate e la mancata attivazione di nuovi collegamenti, si stanno provocando gravi danni ai trasporti e all’economia dell’isola. L’intera Sardegna meridionale rischia di essere tagliata fuori dal sistema dei collegamenti marittimi. A questo punto, il ministero deve chiarire quali siano le analisi e i piani economico-finanziari sui quali ha elaborato le gare».

«Il ministero – conclude il deputato di L’Alternativa c’è – ha letteralmente falcidiato i finanziamenti per il collegamento portandoli da 24 milioni annui, della precedente convenzione, ad appena 16 milioni e mezzo. Il risultato è che sono andate deserte sia la gara sia le due procedure negoziate».

Molto forte anche la presa di posizione di Piero Comandini, esponente del Partito Democratico in consiglio regionale, primo firmatario di un’interrogazione, sottoscritta da tutti i consiglieri del gruppo Pd e rivolta all’assessore ai trasporti. «E’ necessario – dichiara l’esponente Dem – attuare un modello di continuità più moderno in grado di soddisfare le attuali e nuove necessità della Sardegna. La continuità territoriale è un fattore strumentale indispensabile e strategico allo sviluppo economico e turistico della nostra isola e deve essere in grado di superare la condizione di insularità agevolando la mobilità di merci e di persone sino ad oggi solo parzialmente garantito. Il principio della continuità territoriale deve garantire quanto più possibile condizioni equivalenti rispetto a quelle riscontrabili per collegamenti analoghi sulla terra ferma e, alla luce degli ultimi avvenimenti, possiamo dire che queste condizioni stanno venendo meno visto che Tirrenia interromperà il servizio nella tratta tra Cagliari Arbatax e Civitavecchia, tratta storica del sistema dei collegamenti tra la Sardegna il Continente».

«I collegamenti – si legge nella nota del greuppo Dem – sono sempre stati garantiti dalla Tirrenia che sino a giugno usufruiva delle compensazioni economiche erogate dallo Stato in virtù della proroga della convenzione sulla continuità territoriale marittima, ma col mancato rinnovo della proroga, un bando e due manifestazioni di interesse andati deserti, la compagnia ha sì deciso di proseguire senza compensazioni ma solo perché nella stagione turistica. Oggi più che mai è necessario un intervento risolutivo nel settore dei trasporti, in questa fase di rilancio economico post pandemia».
 

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