Sos autotrasporto merci in Sardegna: non si trovano conducenti
Il settore conta oltre 23mila addetti e vale 2 miliardi. Confartigianato: «Basta considerarlo solo un lavoro per uomini»
Sassari Mezzi nuovi, motori green, flotte rinnovate. Ma senza nessuno al volante. In Sardegna l’autotrasporto merci si trova davanti a un paradosso. Il motore del settore continua a ruggire: vale 2,2 miliardi di euro di fatturato e dà lavoro a 23.111 addetti. Ma senza correttivi urgenti, rischia di fermarsi per mancanza di autisti. Non si riesce a trovare il 57% delle figure professionali. Per Confartigianato Trasporti Sardegna è necessario agire subito: abbattere i costi per ottenere i titoli abitativi, prevedere sgravi per chi assume nuovi conducenti, e cambiare la narrazione culturale del mestiere. Basta considerarlo solo un lavoro per uomini.
«Si tratta di un fenomeno allarmante sul quale bisogna intervenire al più presto – interviene Daniele Serra, Segretario di Confartigianato Sardegna – è importante ragionare sulla formazione dei giovani, dando maggior valore al ruolo dell’autotrasportatore ed è necessario svincolarne l’accezione da una certa esclusività di genere. Autista non si declina soltanto al maschile, ma oggi anche al femminile. Senza correttivi urgenti, il rischio reale è quello di provocare un blocco alle attività economiche con conseguente mancato approvvigionamento di materiali e beni, compresi quelli di prima necessità, come ad esempio i generi alimentari, indispensabili per la vita quotidiana».
Sul fronte della sostenibilità ambientale lo scorso anno le imprese dell’autotrasporto sarde hanno spinto l’acceleratore sulla transizione green, con un aumento del 16,7% delle immatricolazioni di veicoli moderni ricorrendo per il 72,2% degli investimenti a risorse proprie. «Le nostre imprese sono quotidianamente impegnate con proposte per garantire la sostenibilità ambientale dell’autotrasporto – commenta Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – investono con propri fondi nella sostituzione di veicoli con mezzi a basso impatto ma non possono fare tutto da soli. Gli autotrasportatori sentono la necessità di progredire ecologicamente ma l’esiguità della dotazione finanziaria, che va sempre più riducendosi, non basta a supportare l’imponente sfida verso una graduale e completa decarbonizzazione del settore».
Per Confartigianato Trasporti Sardegna, la sostenibilità non è più solo una scelta etica, ma un requisito imprescindibile per la competitività delle imprese. «Le Pmi dell’autotrasporto, parte essenziale della filiera logistica, devono prepararsi a rispondere alle crescenti richieste di sostenibilità provenienti dai clienti, dalle banche e dal mercato stesso», prosegue l’associazione di categoria.
I numeri Sono poco più di 4mila le imprese dell’autotrasporto merci della Sardegna; il 50,5% sono artigiane, 2.073 realtà, percentuale che supera il 46,5% rilevato a livello nazionale. Il settore sardo conta 23.111 addetti e ha una dimensione media di 6,2 addetti per unità locale e genera un fatturato di 2.256 milioni di euro ed un valore aggiunto di 1.042 milioni, pari al 7,4% del totale del valore aggiunto delle imprese della regionale. I numeri emergono dalla rilevazione effettuata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, sulle principali evidenze del trasporto merci nell’Isola, su fonte UnionCamere-Infocamere nel primo trimestre 2025.
La distribuzione territoriale Delle 4.109 realtà, 1.669 aziende si trovano nella vecchia provincia di Cagliari di cui 791 sono artigiane (il 47.4%), 1.539 si trovano nelle province Sassari-Gallura con 762 artigiane (49,5%), 619 a Nuoro con 374 artigiane (60,4%) e 282 a Oristano di cui 146 (51,8%).