La Nuova Sardegna

Mare Blu
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La Maddalena, da 30 anni il Parco nazionale protegge il paradiso

di Serena Lullia
La Maddalena, da 30 anni il Parco nazionale protegge il paradiso

Tanti gli interventi per preservare l’ambiente: dalla spiaggia rosa chiusa agli ingressi ridotti a Coticcio

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Trent’anni di tutela ambientale, regole e divieti, necessari ma spesso violati. Trent’anni di guerre politiche, amore e odio. Il parco nazionale dell’arcipelago di La Maddalena resta un unicum in Italia. Quando nasce per decreto ministeriale nel 1994, la comunità maddalenina, da sempre guardiana della bellezza del suo arcipelago, consegna nelle mani dello Stato non solo i suo preziosi 180 chilometri di costa ma anche tutti gli ettari a terra. Primo parco nazionale d’Italia, quello isolano è uno scrigno di biodiversità straordinario. Ci vivono oltre 700 specie vegetali di cui più di 50 endemiche e numerose specie animali. L’arcipelago è di importanza globale per alcune specie di uccelli marini che qui fanno il nido. Come il gabbiano corso, unica specie di gabbiano endemica del Mediterraneo, la berta maggiore mediterranea e la sottospecie mediterranea del marangone dal ciuffo. Uno dei simboli del parco, emblema di massima tutela è Cala di Roto, più nota come Spiaggia rosa, all’interno dell’isola di Budelli. Un lenzuolo di sabbia argentata, punteggiata di rosa, che si immerge in trasparenze azzurre come il cielo. Vietato l’accesso dal 1994, dopo che orde di bagnanti, desiderosi di mostrare come trofeo i preziosi granelli rosa, ne sbiancarono il mantello sabbioso. Prima nelle mani dei privati come l’intera isola di Budelli, finita all’asta dopo il fallimento della società che aveva quel patrimonio nel suo portafoglio, aggiudicata nel 2013 da un magnate neozelandese, lo Stato decide di esercitare il diritto di prelazione e comprarla per tre milioni di euro, affidandone la cura al Parco. Una scelta di tutela che divise l’opinione pubblica.

La presenza dello Stato non ha messo però al sicuro quell’eden e il divieto di calpestare quel tempio naturale viene spesso violato. Per arroganza, ignoranza, mancanza di informazioni, assenza di controlli. Oggi è possibile ammirare la spiaggia che si riveste di rosa dalle spalle di Cala Di Roto. Lì dove l’ente verde ha realizzato un lavoro di bonifica straordinario dopo decenni di presenza umana, ha realizzato un camminamento panoramico, nel pieno rispetto degli equilibri ambientali. Come una splendida Gioconda, chi ama l’arte della natura, può contemplarla senza violarla. Nel corso degli anni gli interventi di salvaguardia hanno riguardato anche altre spiagge simbolo dell’arcipelago, ecosistemi belli quanto fragili, che hanno necessità di essere preservati dall’assalto incontrollato dei bagnanti e delle imbarcazioni. La spiaggia del Cavalieri, dirimpettaia della Spiaggia Rosa, dal 2020 è parzialmente chiusa, a mare e a terra, perché divorata dall’erosione. Per mantenere intatta la loro bellezza, anche le due perle dell’isola di Caprera, Cala Coticcio e Cala Brigantina, hanno avuto necessità di provvedimenti di tutela. Gli accessi sono limitati a 60 persone da terra. Si può arrivare alle calette obbligatoriamente con una guida del Parco. Nessun limite numerico invece per chi arriva dal mare. Dal 2011 il Parco ha reso decisamente più fruibile l’intera isola di Caprera grazie al ripristino dell’antica rete sentieristica nata alla fine dell’Ottocento con finalità militari. Oggi ci sono 16 percorsi, ben indicati e percorribili tutto l’anno, esempio concreto del turismo lento. L’accesso al Parco dal mare è a pagamento con pagamento di un ticket, on line o negli uffici. In caso di irregolarità la sanzione dovuta è pari al 40% del biglietto. L’enorme numero di imbarcazioni ha reso necessario l’introduzione di ancoraggi alle boe, su prenotazioni e a pagamento, sistema che verrà perfezionato nella stagione 2026.

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