La Nuova Sardegna

Indagini e misteri

Attentati incendiari nella chiesa di Valledoria, i fedeli: «Vogliamo la verità»

di Nadia Cossu
Attentati incendiari nella chiesa di Valledoria, i fedeli: «Vogliamo la verità»

A gennaio due roghi distrussero il Cristo Re. Dopo quei fatti il parroco era stato allontanato, ora si insedia il nuovo

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Valledoria «L’assenza di una risposta sull’incendio che otto mesi fa ha distrutto non solo la nostra chiesa ma anche le nostre speranze è pesante come un macigno».

La comunità parrocchiale di Valledoria affida a poche righe scritte su un foglio bianco il proprio “disorientamento” – così lo definiscono – per il silenzio calato da più parti sui gravi episodi che lo scorso gennaio hanno scosso il paese e hanno determinato anche il trasferimento immediato, da parte della Curia, del parroco don Francesco Martino Mocci.

Una lettera scritta quando manca un giorno all’insediamento della nuova guida spirituale di Valledoria, don Pietro Pruneddu, che prenderà il posto del sacerdote novantenne don Francesco Cossu. Era stato quest’ultimo a governare i fedeli dopo l’allontanamento di don Mocci. «Ma la diocesi – lamentano i parrocchiani – non ha mai spiegato il motivo di questa decisione. Che relazione c’è tra l’incendio e don Mocci?».

Il 5 gennaio – quando scoppiò il primo rogo – fu proprio il giovane sacerdote a domare le fiamme con un estintore. Ma il secondo attentato, dopo pochi giorni, venne architettato con precisione diabolica: prima le fiamme in un magazzino vicino alla casa parrocchiale, per attirare il prete e i suoi collaboratori dopo la messa vespertina; subito dopo, il rogo appiccato in una stanza sul retro della sagrestia, che nessuno riuscì a fermare e che mandò in fumo arredi e paramenti, rendendo la chiesa inutilizzabile tanto che, ancora oggi, è inagibile e le messe vengono celebrate altrove, in una vecchia chiesa che fino a quel momento era adibita a piccolo teatro.

Ma sui fatti di quei giorni, e soprattutto su quello che è accaduto prima e che può aver mosso la mano degli incendiari, sono ancora in corso le indagini della Procura della Repubblica di Sassari, che ha incaricato i carabinieri della compagnia di Valledoria per far luce sull’accaduto. I militari hanno ascoltato a lungo e più volte il racconto di don Mocci. Parallelamente, si era mossa la diocesi di Tempio-Ampurias. Quasi subito, il vescovo Roberto Fornaciari aveva rimosso dall’incarico il parroco. Al suo posto, era tornata in paese una vecchia conoscenza, don Francesco Cossu, storico parroco di Arzachena.

La comunità dei fedeli di Valledoria si era ritrovata unita la domenica dopo l’attentato in una processione silenziosa e surreale che aveva attraversato il paese, fino al palazzetto dello Sport, dove trecento persone avevano assistito alla messa celebrata dal vescovo. Che poi aveva rivolto un appello ai fedeli, per scoprire autori e motivazioni degli attentati: «Chi sa, deve parlare». Ma il silenzio, per ora, sembra intatto. «Ora che sono iniziati i preparativi per l’insediamento del nuovo parroco, noi restiamo in attesa di una parola chiarificatrice da parte della diocesi. Il vescovo Fornaciari (che sarà presente domani ndc) saprà fugare dubbi e paure durante la celebrazione del 7 settembre? Ce lo auguriamo perché quanto accaduto otto mesi fa ha compromesso la serenità della comunità parrocchiale».

Gli investigatori, che in questo periodo hanno lavorato nella massima riservatezza e con grande scrupolo, potrebbero aver trovato le prime risposte ma, in ogni caso, bisognerà attendere la conclusione formale delle indagini.

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