La Nuova Sardegna

Criminalità

Narcotraffico internazionale: le intercettazioni che svelano la rete della droga

di Luigi Soriga
La Droga sequestrata dai carabinieri durante il blitz sul narcotraffico internazionale in Sardegna
La Droga sequestrata dai carabinieri durante il blitz sul narcotraffico internazionale in Sardegna

Telefoni criptati, parole in codice, staffette, contanti da contare in fretta: gli “oggetti” diventano “marmitte” o “copertoni”, le consegne “documenti” o “porcetti”

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Sassari Le storie del narcotraffico, quando si rovesciano su carta giudiziaria, hanno sempre un istante fermo in cui si capisce tutto. Qui è il 17 giugno 2022, all’altezza di Lanusei: una macchina che tira dritto, un posto di blocco, una consegna da fare, un cliente che aspetta. Gian Paolo Locci e Vincenzo Beniamino Marongiu sono in auto. Hanno fretta, hanno merce, hanno un appuntamento con Daniele Manca, il referente della piazza sassarese. E intorno, la rete: telefoni criptati, parole in codice, staffette, contanti da contare in fretta. La scena — catturata dai microfoni — ha un ritmo da film e chiarisce ruoli e urgenze.

Il posto di blocco FF.PP.: «eih, eih, eih!!…» Marongiu: «sì aspetta che rimango così». Locci: «(incomprensibile) io lo sapevo che (inc.le)… tocca aspettare a quello». Marongiu: «(inc.le)» (si sente il rumore di ruote che stridono). Locci: «vai vai (inc.le)». Marongiu: «ah? Lo sapevi?». Locci: «corri (inc.le) corri, corri solo…» In macchina c’è anche Debora Contini (compagna di Marongiu), incaricata di tenere i contatti con l’acquirente di Ittiri per spiegare il “serio problema”. Poco dopo, sempre secondo la trascrizione, Marongiu sbotta: «Non parlare in macchina ti ho detto! … se io li devo… io li sperono anche! (inc.le) tiro questi… mi capisci?».

La corsa, le esitazioni, i comandi secchi (“corri”), il tentativo di gestire l’acquirente in tempo reale: per la Dda è uno spaccato autentico del funzionamento della rete, con la catena di distribuzione incastrata tra fornitori, corrieri e piazze. Il rapporto tra Locci e Marongiu è il perno della narrazione giudiziaria. Gian Paolo Locci sta a monte: contatti sulla Penisola e oltre, organizzazione dei flussi, gestione dei cripto (telefoni, schede “citofono”), decisioni sul quando e sul come. Vincenzo Beniamino Marongiu è lo storico sodale: braccio operativo, autista, uomo di fiducia nel trasporto e nella distribuzione sull’isola. Nel lessico asciutto delle carte: Locci coordina e decide; Marongiu guida, accelera, si espone. Quella sequenza di Lanusei — il comando di uno e la deriva dell’altro — è quasi un’allegoria: i ruoli spiegati meglio di qualsiasi organigramma.

Le telefonate Nel fascicolo, oltre alle ambientali, compaiono telefonate e vocali catturati in auto che restituiscono la regola base della rete: parlare poco e usare codici. «Non fare nomi!» è la consegna che ricorre quando un corriere “non capisce” il canale da usare; gli appuntamenti si fissano con allusioni («mercoledì fa» per scandire i rifornimenti), gli “oggetti” diventano “marmitte” o “copertoni”, le consegne “documenti” o “porcetti”. Le piazze, soprattutto a nord, si muovono a ritmo settimanale: consegna, raccolta contanti, partenza per la Penisola e rientro.

La piazza sassarese Gli incontri avvenivano in parcheggi di supermercati, Predda Niedda (ex galleria Auchan) per il Sassarese, Eurospin per Olbia. Una scelta tutt’altro che casuale: spazio, flusso di auto, anonimato. Le osservazioni sul campo (pedinamenti, video, letture di targhe) incrociate con i tabulati telefonici hanno consentito di sovrapporre parole e movimenti, fino ad attribuire ruoli e responsabilità ai singoli.

Secondo la Procura, Daniele Manca — telefono criptato in tasca — governava con Casiddu la piazza tra Ittiri e Sassari: custodia, trasporto e vendita di cocaina ed eroina, denaro inoltrato in Albania per saldare i fornitori. Il ramo gallurese — Murroni, Fresu, Baltolu, Pinna — curava magazzino e smercio. L’ordinanza della Dda di Cagliari - eseguita dai Carabinieri di Sassari, Carbonia e Cagliari - ha disposto 6 arresti e una misura ai domiciliari con braccialetto. In carcere finiscono Daniele Manca (40, Ittiri), Maria Assunta Casiddu (36, Ittiri), Paolo Fresu (34, Olbia), Giuseppino Murroni (40, nato ad Alghero e residente a Olbia) e Lucio Baltolu (64, Alà dei Sardi). Pietro Pinna (41, Oschiri) va ai domiciliari.

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