La Nuova Sardegna

ROMA Potrebbe esserci una svolta nel mistero che da 31 anni circonda la scomparsa del giudice Paolo Adinolfi. Dalle prime ore di oggi, 13 novembre, investigatori di polizia, carabinieri e guardia di finanza stanno effettuando ricerche nell’area della Casa del Jazz, in via Cristoforo Colombo, alla periferia sud di Roma.

L’edificio, oggi sede di uno spazio culturale, era in passato un bene nella disponibilità di Enrico Nicoletti, considerato il “cassiere” della Banda della Magliana, e venne confiscato nel 2001. Le forze dell’ordine stanno perlustrando i cunicoli e le gallerie di epoca romana che si estendono sotto il giardino della villa.

L’operazione è stata decisa nel corso dell’ultimo comitato per l’ordine e la sicurezza in prefettura, dopo una segnalazione arrivata dall’ex giudice Guglielmo Muntoni, che in passato si era occupato dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Secondo quanto riferito dal prefetto Lamberto Giannini, si tratta di una “verifica dovuta” per controllare una galleria tombata da oltre trent’anni, non conosciuta e mai ispezionata. All’interno, ha spiegato, “non si esclude possano trovarsi armi o altri elementi utili”. Le operazioni, iniziate questa mattina, sono state sospese a causa di difficoltà tecniche: l’escavatore impiegato non era adatto a muoversi nei cunicoli sotterranei, e gli scavi riprenderanno domani.

Paolo Adinolfi, magistrato romano di 52 anni, scomparve il 2 luglio 1994. Quel giorno aveva detto alla moglie Nicoletta che sarebbe tornato per pranzo. Appena nominato giudice della corte d’appello, aveva lavorato in passato nella sezione fallimentare del tribunale di Roma, occupandosi di casi delicati legati anche ad ambienti economici e criminali.