La Nuova Sardegna

Sassari

E in futuro temperature roventi

E in futuro temperature roventi

Per i prossimi anni previsioni scoraggianti: in continuo aumento l’effetto serra

22 novembre 2013
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SASSARI. Un quadro inquietante. Gli scienziati di quasi 200 Paesi a fine settembre hanno approvato a Stoccolma l'ultimo rapporto sulle basi fisiche dei cambiamenti climatici. E le conclusioni sono tutt'altro che confortanti, anche per il Mediterraneo occidentale. Ecco perché.

Al report hanno dato il loro contributo 859 ricercatori di ogni parte del pianeta. Sono state analizzate 9.200 pubblicazioni. Si è così esaminata una quantità impressionante di dati. E, alla fine, i responsabili del progetto internazionale hanno redatto l'atlante delle proiezioni per il futuro, sia globali sia regionali. Insomma, uno studio d'imponenti proporzioni.

Questi, in estrema sintesi, i risultati più important. Compresi i riflessi sull'area geografica dove si trova la Sardegna.

Le emissioni di gas serra, che continuano a crescere, provocheranno un ulteriore riscaldamento. Gli effetti? Mutamenti nella temperatura dell'aria e del mare, modifiche nel ciclo delle acque e nel tasso di acidità degli oceani. Al suolo l'aumento della temperatura media globale per il periodo 2016-2035 - secondo queste previsioni - sarà compreso tra 0,3 e 0,7 gradi centigradi. Di maggiori ciclicità e durata le "ondate di calore".

Tutto questo, ovviamente, s'inserisce in una più intensa frequenza di fenomeni estremi, ossia quegli eventi che comprendono un accentuarsi sia dei processi di desertificazione sia, appunto, di alluvioni e nubifragi sempre più violenti. Alle medie latitudini, nelle zone umide, sino all’anno 2.100 probabilmente crescerà - sempre stando alle proiezioni climatiche - il livello delle precipitazioni medie.

Quali, allora, le soluzioni proposte dagli scienziati per limitare l'entità degli impatti più distruttivi sul territorio? I ricercatori, al termine del loro lavoro, avanzano alcune contromisure. E propongono ipotesi d'intervento articolate. Ma la sostanza è che un'inversione di tendenza, con il ripristino delle condizioni ambientali che siamo abituati a conoscere da secoli, potrà dipendere soltanto da una netta riduzione delle emissioni di anidride carbonica. (pgp)

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