La Nuova Sardegna

Sassari

Alloggi comunali, attesa infinita

di Gavino Masia
Alloggi comunali, attesa infinita

Sono 195 le famiglie che aspettano la graduatoria e l’assegnazione di 49 case a canone agevolato

19 marzo 2017
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PORTO TORRES. I 195 nuclei familiari che hanno presentato domanda per l'assegnazione dei quarantanove alloggi di edilizia residenziale pubblica aspettano con impazienza che venga compilata la graduatoria degli aventi diritto e si concludano finalmente i lavori. Chi passa in via Falcone-Borsellino può scorgere infatti aree di cantiere senza fine e un cartello gigante che riporta mese e data (aprile 2014) della consegna di quelle abitazioni. I piazzali danno l’idea concreta ancora oggi di un enorme cantiere e si possono inoltre notare strumentazioni e apparecchiature che devono ancora essere sistemate all'interno delle palazzine.

Sul fronte graduatoria, invece, la giunta comunale ha approvato nei mesi scorsi l’istituzione dell'ufficio comunale per la formazione della lista finalizzata all'assegnazione degli alloggi, e nel corso della seduta di un consiglio comunale l’assessore Marcello Zirulia aveva pure aggiunto che «entro la fine del mese di febbraio ci sarà la pubblicazione della graduatoria dei 49 alloggi a canone sostenibile di proprietà del Comune».

Una previsione ottimistica che sicuramente non ha tenuto conto di alcune variabili all’interno della macchina comunale, ancora alle prese con la verifica della domande degli utenti, e che tiene sulle spine tante famiglie che vivono in condizioni abitative disastrose in attesa di poter vedere il proprio nome sulla graduatoria.

L'emergenza case a Porto Torres va di pari passo con i numeri della disoccupazione e c'è tanto malcontento per questo allungamento di tempi su cui nessuno sa dare risposte concrete. Il ritardo per la conclusione lavori dei 49 alloggi è dovuto anche alla modifica del progetto originale presentato nella precedente legislatura, che ha comportato l’approvazione della perizia di variante.

Rispetto al prospetto precedente non c'è più il tetto a giardino ed è stato modificato l’impianto termico, con altro di tipo inferiore, e le pareti divisorie, previste originariamente in carton gesso, saranno realizzate in gas-beton. Le strade interne ai fabbricati, poi, dovevano essere in terra stabilizzata secondo la tecnica di bio edilizia, mentre l'impresa le ha realizzate in calcestruzzo architettonico. Il ritardo di circa tre anni nella consegna delle case, con la speranza che i tempi non si allunghino ancora, ha probabilmente comportato maggiori costi nella costruzione. Superiori magari al finanziamento di 5 milioni di euro, di cui 700mila a carico del Comune e il resto a carico del ministero delle Infrastrutture e della Regione, ottenuto dall’amministrazione comunale che aveva partecipato nel 2009 al programma di edilizia a canone sostenibile. Allo stato attuale non c'è ancora alcuna certezza di vedere prima dell’estate la conclusione di tutte le opere, e poco importa se a pagare di più in questa vicenda sono i cittadini bisognosi e le categorie deboli che non trovano risposte da parte delle istituzioni. La difficoltà nel pagare gli affitti coinvolge infatti tanti disoccupati, che poi si rivolgono ai servizi sociali per potervi fare fronte.

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