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«Continuità, ennesimo fallimento»
Il coordinamento cittadino Fi: cancellato ciò che c’era di buono
17 ottobre 2017
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SASSARI. Gli esami non finiscono mai e con loro anche le bocciature. Così il coordinamento cittadino di Forza Italia, con la coordinatrice Cecilia Cherchi e i vice Pietro Pedoni e Giampietro Miscali, che intervengo sulla bocciatura da parte della Ue sull’applicazione della continuità territoriale in Sardegna
«In tre anni di governo Pigliaru – scrivono – che si è contraddistinto per la capacità di cancellare quanto di buono era stato fatto in proposito dal governo Cappellacci, la Sardegna, in particolare il Nord Ovest, è rimasta completamente tagliata fuori da qualsiasi possibilità di raggiungere in modo adeguato e continuativo il resto d’Italia per lavoro, turismo o salute, quindi di fatto un’isola sempre più abbandonata e isolata».
«Chi in queste ore parla di ottimo risultato e di maggiore capacità di mobilità in forza di una maggiore frequenza per i sardi – continuano – evidentemente finge di non capire che il diritto alla mobilità deve essere garantito non solo verso le due principali città italiane, Roma e Milano, ma anche verso le cosiddette rotte minori di Torino, Napoli, Verona e Bologna, così come era previsto dalla Ct2, approvata dalla precedente giunta di centrodestra e spazzata via senza troppi pensieri dalla Giunta targata Pd, anche a vantaggio di un maggiore risparmio nei collegamenti. A tutto questo si aggiunga che, sempre la maggioranza in consiglio regionale in questi tre anni ha di fatto isolato con la sua politica fallimentare ancora di più i sardi, cancellando quanto di buono era garantito anche con la Ct1 e ci limitiamo solo ai trasporti perché altrimenti l’elenco sarebbe veramente lungo. I sardi hanno diritto ad una mobilità che consenta una scelta delle rotte che sia la più ampia possibile, anche verso quelle destinazioni alternative che possano dare loro la possibilità di muoversi nel territorio nazionale al pari degli altri italiani come garantito dalla Costituzione».
«In tre anni di governo Pigliaru – scrivono – che si è contraddistinto per la capacità di cancellare quanto di buono era stato fatto in proposito dal governo Cappellacci, la Sardegna, in particolare il Nord Ovest, è rimasta completamente tagliata fuori da qualsiasi possibilità di raggiungere in modo adeguato e continuativo il resto d’Italia per lavoro, turismo o salute, quindi di fatto un’isola sempre più abbandonata e isolata».
«Chi in queste ore parla di ottimo risultato e di maggiore capacità di mobilità in forza di una maggiore frequenza per i sardi – continuano – evidentemente finge di non capire che il diritto alla mobilità deve essere garantito non solo verso le due principali città italiane, Roma e Milano, ma anche verso le cosiddette rotte minori di Torino, Napoli, Verona e Bologna, così come era previsto dalla Ct2, approvata dalla precedente giunta di centrodestra e spazzata via senza troppi pensieri dalla Giunta targata Pd, anche a vantaggio di un maggiore risparmio nei collegamenti. A tutto questo si aggiunga che, sempre la maggioranza in consiglio regionale in questi tre anni ha di fatto isolato con la sua politica fallimentare ancora di più i sardi, cancellando quanto di buono era garantito anche con la Ct1 e ci limitiamo solo ai trasporti perché altrimenti l’elenco sarebbe veramente lungo. I sardi hanno diritto ad una mobilità che consenta una scelta delle rotte che sia la più ampia possibile, anche verso quelle destinazioni alternative che possano dare loro la possibilità di muoversi nel territorio nazionale al pari degli altri italiani come garantito dalla Costituzione».
