La Nuova Sardegna

Sassari

Insulti nella chiesa del Carmelo a Sassari, pittore a giudizio

Nadia Cossu
Insulti nella chiesa del Carmelo a Sassari, pittore a giudizio

Un 72enne nei guai: urla e parolacce durante la recita del rosario, poi si scaglia contro la polizia locale

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SASSARI. Dentro la chiesa le donne inginocchiate a recitare il rosario, a contemplare, immerse nella preghiera, il crocifisso sopra l’altare. Ma il ritmo cadenzato di Ave Maria e Padre Nostro viene improvvisamente interrotto da urla e parolacce. Le parrocchiane si voltano, impaurite, anche il sacerdote guarda verso l’ingresso della chiesa del Carmelo, nel centro storico di Sassari. Ed ecco che si materializza Francesco Lai, pittore originario di Nulvi e conosciuto in città con il soprannome Cornice. L’uomo, di 72 anni, comincia a inveire contro don Roberto Carlos Gazabon Arroyo con frasi particolarmente offensive tanto da costringere il prete a interrompere la recita del rosario e a chiedere aiuto alla polizia locale. Il tutto tra gli sguardi sbigottiti e spaventati delle parrocchiane. All’arrivo degli agenti è accaduto il resto, insulti, minacce, violenza, tanto che uno dei vigili urbani è stato persino colpito con alcuni calci.

Per questi fatti, che risalgono allo scorso gennaio, è finito a processo – ed è comparso in aula per la prima udienza – proprio Lai, difeso dall’avvocato Lorenzo Galisai e chiamato a rispondere di una sfilza di reati. Il primo, previsto dall’articolo 405 del codice penale, è quello che fa riferimento al “turbamento di funzioni religiose del culto di una confessione religiosa”, poi la Procura gli ha contestato anche i reati di molestie e disturbo alle persone, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Nel processo sono parti offese il parroco del Carmelo (di origine colombiana), quattro agenti della polizia locale intervenuti quel giorno e una parrocchiana.

Era successo tutto il 7 gennaio. Come ogni pomeriggio, nella chiesa di via Mercato, la tradizionale recita del rosario riuniva i fedeli del circondario in un’atmosfera di silenzio e preghiera. Le grida e gli insulti erano piombati tra i banchi del Carmelo e avevano fatto letteralmente sobbalzare le parrocchiane. Si erano vissuti dei momenti di paura soprattutto quando l’uomo, «in evidente stato di ubriachezza» (così scrissero poi i vigili urbani), si era scagliato contro padre Roberto Carlos al quale aveva rivolto parole molto pesanti.

Fino all’arrivo della polizia municipale. E qui sta la contestazione degli altri reati «perché – scriveva il pm nel decreto di citazione a giudizio – utilizzava violenza e minaccia nei confronti dei pubblici ufficiali intervenuti, rivolgendosi a loro, che lo invitavano a uscire dalla chiesa, con frasi del tipo “vi spacco il c...”». Arrivando poi a colpire «con un calcio alla coscia sinistra uno dei vigili che stava procedendo all’identificazione». Il tutto condito da epiteti irrispettosi e violenti.

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