La Nuova Sardegna

Sassari

Caso sospetto, l’ospedale va in crisi

di Paoletta Farina
Caso sospetto, l’ospedale va in crisi

Una 87enne con ictus entra al pronto soccorso e dopo essere stata visitata in Radiologia e Stroke unit risulta positiva

09 maggio 2020
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SASSARI. Nuova falla nell’emergenza Covid, giovedì mattina, che in una catena partita dal pronto soccorso ha poi coinvolto l’ospedale. L’ingresso, pare non in sicurezza, di una donna di 87 anni colpita in un supermercato da un ictus e che, dopo una serie di accertamenti in altri reparti – anche questi non in sicurezza – è poi risultata positiva al primo test e negativa al secondo, ha scatenato il caos al Santissima Annunziata. Sono stati chiusi e sanificati la Radiologia, la Stroke unit, il pronto soccorso, la centrale operativa e gli uffici del 118, tutti luoghi in cui l'anziana paziente ha avuto contatti diretti o indiretti tramite gli altri suoi contatti all’interno dell’ospedale. Ed è stato mandato a casa il personale intervenuto che deve ancora essere sottoposto ad esame Pcr.

Una giornata nera. Una giornata che ha fatto ritornare il centro ospedaliero ai tempi più bui dell’epidemia, quando si sono sviluppati focolai che hanno portato a un numero enorme di contagi, per incidenza, tra i sanitari. Insomma, quasi un ritorno alla Fase 1 quando l’esperienza finora acquisita e la raccomandazione arrivata anche dal magistrato Paolo Piras, che indaga sulla “zona rossa” ospedaliera, di trattare tutti i pazienti in ingresso come sospetti Covid, avrebbero dovuto consigliare a non avere cedimenti sulle misure di contenimento. Anche se ora si è entrati nella Fase 2 e l’infezione da coronavirus sembra attenuarsi, la linea deve essere quella della prudenza. Linea sollecitata anche dai sindacati dei dirigenti medici e dalla Fp Cgil che avevano invitato l’Aou a non commettere più gli errori del passato creando percorsi corretti e trattando i malati in arrivo al pronto soccorso come pazienti Covid. E poco cambia se la paziente al secondo esame di ieri (ne dovrà fare un terzo) è risultata negativa. L’allarme di giovedì ha messo in luce la fragilità, ancora una volta, del sistema.

La paziente sospetta. Tutto è cominciato nella mattinata dell’altro ieri quando, alle 9,30, dal supermercato Cobec di via Pascoli è arrivata al 118 una richiesta di intervento per una cliente che aveva avuto un malore e sembrava in condizioni gravi. Un’ambulanza di base del servizio di volontariato che fa parte del 118, con il personale in assetto da emergenza Covid, ha raggiunto il supermercato, ma viste la situazione della paziente ha chiamato l’ambulanza medicalizzata. I cui sanitari, invece, avrebbero avuto protezioni meno adeguate.

L’arrivo al pronto soccorso. La 87enne è stata trasportata al pronto soccorso dove non le è stato fatto il tampone prima di indirizzarla alla Radiologia per una Tac e poi alla Stroke unit. Sono stati i medici di quest’ultimo reparto a richiedere il test, isolandola in un stanza non “protetta”. Soltanto al pomeriggio è arrivato il risultato del test che ha accertato la positività al Covid della donna. È stato solo allora che nell’ospedale è scattato l’allarme, e si sono presi primi provvedimenti per spegnere sul nascere un possibile nuovo focolaio di contagio. Sono stati momenti frenetici con l’avvio delle procedure di emergenza che prevedono anche l’ immediata segnalazione al Dipartimento di Igiene e prevenzione, che fa parte dell’Unità di crisi. Nel frattempo la paziente positiva è stata trasferita nella clinica di Malattie infettive con una diagnosi di emorragia cerebrale.

Sanificato il supermercato. Anche alla Cobec di via Pascoli, venuti a conoscenza che l’anziana cliente era stata dichiarata Covid positiva, hanno provveduto a un’immediata sanificazione dei locali e l’attività non ha avuto interruzioni. Anche la Polizia locale era intervenuta giovedì mattina quando la donna è stata colta da malore.

Interrogazione all’assessore. Sulla vicenda Desirè Manca, capogruppo dei Cinque Stelle in consiglio regionale ha presentato un’interrogazione all’assessore alla Sanità. «Mantenere l’ospedale “Covid free” è fondamentale per garantire la piena efficienza di tutti i reparti ».



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