Alberto Ruzzeddu, artigiano del vetro da 70 anni ora insegna l’antico mestiere al nipote
Il racconto del decano dei vetrai di Porto Torres: dalla bottega al quartiere con dedizione e passione
Porto Torres Da oltre settant’anni Alberto Ruzzeddu porta avanti il mestiere del vetraio e lo fa con un processo di creazione e della ricerca della perfezione. Lavorando con la sua delicatezza quel materiale fragilissimo, che ha amato sin da giovanissimo e a cui ha dedicato tutta la sua vita.
Oggi, nella bottega di via Balai, il vetraio turritano, 85 anni, insegna l’antico mestiere al nipote. «Ho cominciato dall’età di 8 anni a frequentare la bottega del vetraio – “La Vetra, in via Carso a Sassari – racconta – poco lontano dal quartiere sassarese di Sant’Apollinare dove sono nato: il mio primo compito è stato quello di sistemare e ripulire il laboratorio di via Carso, poi pian piano ho imparato il mestiere e sono andato alla ricerca di un lavoro stabile fuori dall’isola. A 19 anni sono partito con destinazione Milano e con la valigia di cartone sono approdato a Porta Genova, in una grossa vetreria. In quel luogo la mia formazione è stata fondamentale, perché ho imparato il mestiere in tutto e per tutto».
Per dieci anni Alberto Ruzzeddu si è stabilito nella capitale della Madonnina, formando anche famiglia, poi la nostalgia di casa e degli affetti hanno affrettato il rientro in Sardegna. «Durante il ritorno a Porto Torres, a bordo della nave non si parlava altro che dell’industria che era nata nella zona della Marinella – ricorda – e la nostra decisione fu subito quella di trasferirci nella città turritana che in quel momento stava vivendo il cosiddetto boom industriale. Tracciando un bilancio finale da allora, quella scelta si era rivelata giusta sin da subito e di questo devo ringraziare la comunità che mi ha ospitato. A riprova di ciò, nel 1970 abbiamo aperto la nostra prima bottega, in via Pacinotti, e qualche anno dopo ci siamo trasferiti nel quartiere Satellite».
Nei primi anni Ottanta nasce anche il Centro diurno anziani nella popolosa periferia, in piazza delle Regioni, e Alberto Ruzzeddu fu uno dei più attivi nel far funzionare la struttura, aprendola a riunioni, feste e ricorrenze.
«In quel periodo era davvero forte il senso di comunità – aggiunge il vetraio – e nel 1981 si concretizzò, con il grande supporto di don Salvatore Ruiu, anche l’idea di fondare una società di calcio giovanile con i ragazzi del quartiere: nacquero così le squadre dei Quartieri Riuniti, di cui sono stato presidente per diversi anni, e tanti giovani hanno avuto la possibilità di crescere e poi militare in società professionistiche e nelle squadre dilettanti».
Tra quelli che hanno calcato i campi di serie A ci sono stati Gianluca Hervatin e Antonio Langella (anche la Nazionale) e nella ex C2 Franco Frau. Alberto Ruzzeddu ha vissuto da dirigente tutti i periodi di gloria sportiva dei Quartieri Riuniti e soprattutto l’evoluzione del quartiere dove stavano nascendo altri impianti sportivi. «Sono bei ricordi da conservare – conclude – perché tra quei ragazzi era forte l’amicizia e la voglia di divertirsi difendendo i colori della loro città e del quartiere. Era stato attivato anche un gemellaggio con una cittadina francese, grazie ad un emigrato, e per anni i ragazzi hanno partecipato ai tornei all’estero. Il mio lavoro, che ho sempre amato, dal 1997 è proseguito nella vetreria in via Balai: gli amici mi possono trovare ancora lì, a 85 anni, che aiuto mio nipote Marco – che nel frattempo ha preso le redini dell’attività – portando avanti la nostra bottega».