La Nuova Sardegna

Sassari

Discriminazione

Scritta omofoba nell’armadietto di un oss all’ospedale civile

di Nicola Nieddu
Scritta omofoba nell’armadietto di un oss all’ospedale civile

Alghero, denuncia della Uil Fpl e indagine interna della Asl

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Alghero Grave episodio di discriminazione omofoba all’ospedale civile, contro un Operatore socio sanitario, un 35enne originario di Sassari in servizio con contratto a tempo determinato. L’operatore, infatti, all’interno del suo armadietto personale, ha trovato una scritta discriminatoria. Il gesto ha avuto un forte impatto emotivo sull’uomo, dichiaratamente omosessuale, che ha accusato un improvviso malessere, con sintomi di ansia e agitazione.

Alcuni colleghi, notando il suo stato, lo hanno accompagnato immediatamente al pronto soccorso della struttura. I medici gli hanno assegnato sette giorni di cure per stress acuto e disturbi d’ansia. Una volta dimesso, l’operatore si è recato, accompagnato da un collega, nella caserma dei carabinieri di via Don Minzoni per formalizzare la denuncia.

«Una cosa di una bassezza unica. Una vergogna che ancora oggi, nel 2025, si verifichino fatti del genere – ha detto la vittima –. Era già accaduto che, all’interno del reparto, qualcuno facesse battute, ma ho sempre cercato di ignorarle. Quella scritta, però, mi ha riportato indietro nel tempo, a quando da ragazzo venivo bullizzato. In ospedale, come nella vita, ho sempre cercato di farmi accettare e non ho mai mancato di rispetto a nessuno. Evidentemente, la mia sola presenza dà fastidio a qualcuno». Secondo quanto emerso, l’uomo non aveva mai presentato denunce formali, ma ai referenti interni aveva già raccontato a voce di episodi simili. E a seguito dell’ultimo grave fatto, avrebbe ricevuto, stando al suo racconto, una risposta poco empatica. «Fatti scivolare la cosa addosso», gli avrebbero consigliato.

Nel frattempo, però, la Asl ha avviato un’indagine interna per risalire ai responsabili del gesto. È inoltre in fase di valutazione, su richiesta del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, in via cautelativa, lo spostamento temporaneo del dipendente in un altro reparto, al suo ritorno al lavoro dopo il periodo di cura. Sulla vicenda è intervenuta anche la Uil Fpl. In una nota, il sindacato ha definito l’accaduto “un grave atto discriminatorio”, condannandolo senza esitazioni e richiedendo azioni immediate. «Un fatto inqualificabile, che non può essere minimizzato né tollerato – ha affermato il sindacalista Antonio Oscar Campus –. Chiediamo provvedimenti urgenti da parte dell’Azienda per tutelare la persona coinvolta e garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso per tutti».

La Uil Fpl richiama, inoltre, la necessità di far valere la normativa vigente in materia di tutela dei diritti e della salute psicofisica dei lavoratori: dalla Legge sui crimini d’odio, al Decreto legislativo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, fino allo Statuto dei lavoratori.

Il caso riaccende i riflettori su una problematica purtroppo ancora diffusa: la discriminazione nei luoghi di lavoro, anche all’interno delle strutture sanitarie pubbliche. Un contesto dove inclusione, rispetto e tutela dei diritti fondamentali dovrebbero rappresentare un valore imprescindibile.

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