La Nuova Sardegna

Sassari

Il rogo

Un’altra notte di terrore a Sassari, sesto attentato incendiario nel cortile di largo Budapest: residenti disperati

di Luca Fiori
Un’altra notte di terrore a Sassari, sesto attentato incendiario nel cortile di largo Budapest: residenti disperati

In poco più di un mese sono state distrutte una scala aerea, sei automobili e una moto

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Sassari Una sola notte di tregua, poi la paura è tornata a farsi sentire con la stessa violenza di sempre. Alle 6.08 di questa mattina, 12 dicembre, un nuovo incendio ha svegliato di soprassalto i residenti delle tre palazzine che si affacciano sul cortile di largo Budapest all’ingresso di Sassari. Questa volta a bruciare sono state un’auto e una moto, avvolte dalle fiamme nel giro di pochi istanti. Il boato, il crepitare del fuoco e l’odore di plastica bruciata hanno richiamato nel cortile decine di persone, molte ancora in pigiama, che temevano di rivivere l’incubo degli ultimi giorni.

I vigili del fuoco della centrale operativa di Sassari sono arrivati rapidamente e hanno domato il rogo, mentre gli abitanti lasciavano in fretta le loro case, terrorizzati che le fiamme potessero nuovamente lambire i piani bassi delle palazzine. Per i residenti si tratta dell’ennesima ferita. Dopo una serie di incendi che in un mese aveva distrutto cinque auto e un camion gru, la breve pausa di ieri aveva fatto sperare in una tregua definitiva. Ma il risveglio di stamattina ha cancellato ogni illusione e rimesso tutti in allarme.

Il bilancio ora parla di sei macchine, una moto e una scala aerea distrutte dalle fiamme dal 6 novembre a oggi. Sul posto anche polizia e carabinieri, che hanno avviato gli accertamenti per capire se il nuovo rogo sia collegato alla lunga scia di incendi dolosi che da settimane tiene il quartiere con il fiato sospeso. Nel cortile resta l’odore acre e il silenzio teso di una comunità che non riesce più a sentirsi al sicuro. «Qui non si dorme più, oramai dormiamo due ore notte» commenta un residente rassegnato. «Qualcuno deve intervenire prima che sia troppo tardi».

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