La Nuova Sardegna

Sport

Dieci minuti non bastano la Dinamo saluta l’Europa

di Mario Carta

Primo quarto sprint poi è un crescendo degli spagnoli del Burgos

11 marzo 2020
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SASSARI. L’Europa chiude le porte in faccia alla Dinamo. Niente da fare per i sassaresi in gara2 degli ottavi in Spagna, sul parquet del Burgos che si era imposto di 3 all’andata a Sassari. C’erano i tifosi, al PalaSerradimigni, e ieri no. La Dinamo ha vinto la sua battaglia del buon senso – o porte chiuse o non avrebbe giocato –, ma dopo tre giorni vissuti protetta in albergo, dove era arrivata direttamente da Roma dopo la vitttoria senza pubblico in campionato, sul campo ha perso la battaglia sportiva, confermando la sua idiosincrasia per le avversarie spagnole: appena 5 sorrisi in16 occasioni. Eppure, era cominciata come meglio non si sarebbe potuto sperare. Tanta Dinamo, nel primo quarto. 32 punti con percentuali da favola e un Marco Spissu stratosferico: 3/3 dall’arco, 12 a referto con 3 assist. Il play fa scattare i suoi dai blocchi con grande energia: 0-7 con Evans (3/4 da 3 nei primi 10’), 4-16 dopo 5’, il massimo sul +16 (6-22) al 7’. Burgos prova a rientrare ma la Dinamo difende senza risparmiarsi e in attacco è feroce. 21-32 dopo 10’ e Burgos nei 2 minuti di sosta ci riflette e si ripropone con tutt’altro atteggiamento e tutt’altra difesa, trascinata dalle urla dello speaker che nel palazzetto spagnolo deserto da solo fa atmosfera.

Il San Pablo rosicchia e rosicchia, trascinato da Clark. La Dinamo non trova continuità con i cambi e in 4 minuti segna solo 2 punti. Vitali, Gentile, Coleby, Sorokas e Smith non si intendono con la retina e al 5’ è 33-34 Dinamo, sotto anche nei rimbalzi (14-11). Tutto da rifare, tutto da sbloccare per i sassaresi prima Hyde e ora Jekyll. Time out Poz, rientra Spissu ma l’ennesimo rimbalzo offensivo vale il +1 casalingo. 35-34 al 16’, il numero 0 sassarese prova a dare il la: 38-41 con un’altra bomba e un pulito arresto e tiro. È un’altra partita, equilibrata adesso, il Burgos fa il padrone di casa scortese però anche se l’inerzia della sfida è cambita la Dinamo c’è, e si va negli spogliatoi sul 45-43, col Burgos che ancora cerca Spissu (17 punti e 21 di valutazione dopo i primi 20’) ma con la Dinamo che deve ritrovarsi al top con tutti i suoi.

E non lo fa. Dopo il riposo lungo Spissu ritorna umano e nessuno lo sostituisce, non entra niente se non un canestrino di Bilan mentre Burgos mostra muscoli e mira: 57-45, -12 in un amen di 4’. E, il saldo dei rimbalzi è sempre peggio: 25-12. Gentile da 3, si sblocca ma segnando neanche un punto al minuto (58-48 al 26’) non si va lontano, si può solo cercare di resistere con la difesa, servire due volte sotto Coleby (61-53), incasinarsi facendo notare agli arbitri quanto sono scarsi peggiorando così la situazione (Gentile 5° fallo ed espulsione, più tecnico a Pozzecco, totale 6 punti subiti in un’unica azione) e dare tutto nell’ultimo quarto, cominciato guardando il Burgos dal basso del -13: 74-61. Ma la Dinamo non ne ha più. Una fiammella con Pierre (l’unica sua) una fiammata con Spissu, il -11 come miglior momento ma Burgos se ne va, costante, con Clark a martellare e il divario che aumenta. La Dinamo saluta la Champions League negli ottavi, dovrà ragionarci e capire – coronavirus a parte – anche quanto l’abbia non vionta a Sassari o persa a Burgos.

Ora si torna a casa, per rituffarsi nel... nell’attesa di poter riprendere a giocare una partita vera, con il pubblico, in un campionato che la Dinamo vive da vicecapolista, ora arrabbiata per lo schiaffo incassato in Spagna. In Europa.

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