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Piccoli “Rombo di tuono” crescono sui campi del Benin

di Fabio Fresu
Piccoli “Rombo di tuono” crescono sui campi del Benin

A Parakou, nello stato africano, lo Sporting Club “Gigi Riva” spopola nella categoria under 17 Divise e attrezzature in regalo da Sassari: «Le scarpette nuove non volevano usarle per non rovinarle»

11 luglio 2020
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SASSARI. L’eco di Rombo di Tuono risuona imperioso a distanza di cinquant’anni anche in Africa, nel Benin. Il merito è dello Sporting Club Gigi Riva di Parakou, città di 250mila abitanti dello stato che si affaccia nel golfo omonimo, nella parte occidentale del continente, che quest’anno, dopo aver vinto il campionato provinciale under 17 da imbattuta, ha dato il bis nella coppa di categoria, con una vittoria per 2-0 sull’Eclair FC. Due exploit che la dicono lunga sulle potenzialità dei giovani della società.

Ma come nasce e come si lega questa esperienza con una leggenda del calcio tutta italiana, e soprattutto sarda? L’origine di tutto sta nell’amore viscerale per il Cagliari dello scudetto di Agostino Trombetta, sessantenne medico pugliese che per questa sua passione nella sua terra è soprannominato “Trombeddu”, ed ha persino imparato a parlare in sardo da autodidatta.

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Da anni è impegnato con l’associazione di volontariato Missione Africa Onlus, ed è stato spesso in Benin, dove ha portato medicine e cure alla popolazione del villaggio di Abitanga, oltre a seguire periodicamente di persona i lavori. In uno di questi viaggi conosce Chaddad Douda Naro, giovane imprenditore locale ed ex calciatore, che in seguito a un grave incidente di gioco ha rischiato di perdere una gamba, e dopo essere stato curato in Italia, ha deciso di tornare in patria. La passione per il calcio è galeotta, e così nasce la società sportiva, con Chaddad presidente e Trombetta e Manuel Furlin vicepresidenti.

L’idea è promuovere lo sviluppo e l’integrazione sociale attraverso lo sport, e l’immagine di Gigi Riva, vero modello di umanità dentro e fuori dal campo, diventa subito importante per il club, anche grazie all’opera divulgativa di Trombetta, per far capire ai ragazzi il valore della lealtà per la propria maglia. Ma prima di tutto bisogna vestire i giocatori in vista delle partite ufficiali. Ed ecco che l’amore per il Cagliari torna ad essere decisivo, mettendo in contatto Trombetta e Sandro Nuvoli, infermiere sassarese e tifoso del Cagliari, tanto da avergli dedicato nel 2010 il libro “Quando gli eroi eravamo noi” assieme a Pasqualino Fancellu. «Ci siamo conosciuti sui social – spiega Nuvoli – avevo delle riproduzioni fedeli delle maglie del Cagliari del ’70, e non ci ho pensato un attimo. Vederle indossate da ragazzi così lontani da noi è stato emozionante».

L’anno scorso una raccolta fondi organizzata a Sassari ha permesso di acquistare altra attrezzatura per il club, in particolare scarpette, dato che spesso i ragazzi giocavano scalzi, o dovevano affittarle. All’inizio non le volevano neppure usare, per paura di consumarle. Ma non è finita qui. Il prossimo appuntamento è con una nuova raccolta fondi, che si svolgerà il prossimo 9 agosto all’agriturismo I Vigneti di Olmedo, per celebrare i 50 anni dello scudetto cagliaritano, ed acquistare e spedire al club le attuali maglie rossoblù.
 

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