La Nuova Sardegna

Rolling Stone è in crisi e cerca un acquirente

Rolling Stone è in crisi e cerca un acquirente

Rischia la chiusura la bibbia della controcultura: 50 anni di storia d’America da Dylan a Obama

19 settembre 2017
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NEW YORK. Rolling Stone, la bibbia della controcultura, finisce in vendita. Il suo fondatore Jann Wenner getta la spugna alle prese con difficoltà finanziarie e assume alcune banche per vendere il magazine che ha fatto la storia degli ultimi 50 anni.

Nato prevalentemente per l’industria musicale, Rolling Stone è cresciuto negli anni allargando la sua influenza alla politica. Le sue copertine si sono imposte a livello mondiale, grazie anche agli scatti provocatori di Annie Leibovitz, che ha iniziato a collaborare con il magazine negli anni 1970. La copertina del primo numero immortalava John Lennon. Poi si sono alternate in prima tutte le celebrità, da Bob Dylan che l’ha conquistata decine di volte, a Barack Obama. Anche gli scrittori più rinomati si sono contesi le sue pagine. Ma i tempi sono cambiati e il magazine, così come l’intero settore dei media, non è scampato alla rivoluzione. L’epoca delle grandi firme è finita per l’intera stampa: ne sono una dimostrazione gli addii di Graydon Carter a Vanity Fair dopo 25 anni, e quelli di Robbie Meyers e Cindi Leive rispettivamente da Elle e Glamour. E poi ci sono le difficoltà finanziarie. Wenner ha iniziato la sua avventura in Rolling Stone fondando il magazine dal suo loft di San Francisco grazie a 7.500 dollari ricevuti in prestito. Ora invece i debiti pesano sui conti: i 300 milioni chiesti in prestito nel 2006 hanno impedito alla società di effettuare i necessari investimenti. Debiti che ora spingono Wenner a cedere la sua quota e a cercare un acquirente con «molti soldi», e che gli fanno rimpiangere quell’offerta declinata da 500 milioni di dollari ricevuta in passato. Ai debiti si è sommato il calo della raccolta pubblicitaria e lo spostamento del pubblico dalle edicole al web: un tendenza che Wenner ha snobbato. Un duro colpo Rolling Stone lo ha ricevuto nel 2014, quando è stato costretto a ritirare un articolo su uno stupro di gruppo all’Università della Virginia.

Un caso che aveva fatto scandalo: un «fallimento giornalistico» come lo aveva definito la scuola di giornalismo della Columbia University. E un colpo durissimo alla sua reputazione, che è pesato anche sui conti: le tre cause hanno costretto Rolling Stone a pagare 3 milioni di dollari di danni. Ora Wenner e suo figlio Gus sperano di trovare un acquirente che fornisca a Rolling Stone le risorse necessarie per sopravvivere.

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