Cognomi sardi: Mameli, dal 1100 sino al patriota autore dell’inno “Fratelli d’Italia”
di Mauro Maxia
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Un ritratto di Goffredo MameliConta attualmente circa 1250 famiglie di cui quasi 950 risiedono nell'isola e in prevalenza a Cagliari
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È un cognome tipicamente sardo che attualmente conta circa 1.250 famiglie di cui quasi 950 risiedono in Sardegna. Circa la metà è attestata nell’ex provincia di Cagliari (470) dove ha l’epicentro nel capoluogo (110). Altri nuclei di rilievo sono presenti ad Assemini (61), Selargius (56), Monserrato (34), Quartu Sant’Elena (33), Sassari (31), Bono (28), Decimomannu (26), Nuoro (24), Iglesias (18), Carbonia e Sestu (18), Ilbono (17), Capoterra, Perdasdefogu, Sardara e Villaspeciosa (15), San Sperate (13), Tonara (12). A Bono è curiosamente il cognome più diffuso mentre a Villaspeciosa è il secondo per diffusione. Nelle altre regioni presenta una certa frequenza in Lombardia (70, di cui 37 a Milano), Lazio (50, di cui 26 a Roma), Piemonte (38), Toscana (30), Liguria, Puglia (23) ed Emilia-Romagna (22).
È documentato dal 1100 nel Regno d’Arborea (Condaghe di Bonarcado 22, 25, 103,118, 123, 167, 172, 190, 204, 220) anche con la variante Mamelli. Nel 1388 risulta attestato ad Aritzo, Busachi, Donigala Fenughedu, Fonni, Oliena, San Vero Milis, Sassari, Villanova Truschedu e nel villaggio medievale di Loddu. Nel 1400 è registrato nel Meilogu (RSPS 185) e tra Oristano e Alghero. Nel 1500 era presente a Sedilo (anche con la variante Mamely), Ghilarza, Oristano e Sassari. Nel 1606 è attestato a Meana, nel 1607 a Ozieri, nel 1654 a Cagliari, nel 1660 a Sanluri, nel 1675 a Gairo, nel 1725 ad Alghero e tra il 1777 e il 1786 a Tortolì. Inoltre è ricordato negli atti dei Parlamenti del Regno di Sardegna (don Giovanni Mameli, giudice aggiunto della Reale Udienza). Nel 1841 è citato a Guamaggiore, nel 1847 a Bitti, nel 1857 a Galtellì, nel 1863 a Berchidda e nel 1880 a Carloforte, Dolianova, Iglesias, Lanusei, Olzai, Pula e Tiana.
Il giurista Filippo Mameli (di cui nella cattedrale di Oristano si conserva l’epigrafe funeraria scritta in sardo) fu l’estensore della celebre Carta de Logu de Arborea durante il regno di Mariano IV.
Contrariamente a quanto ritengono taluni, anche il ceppo genovese dei Mameli è originario della Sardegna. La sua figura più celebre, l’eroe risorgimentale Goffredo Mameli (autore dell’inno ufficiale “Fratelli d’Italia”), pur essendo nato a Genova, era figlio di Giorgio Mameli, nobile nato a Lanusei, ammiraglio della Marina Sarda e deputato al parlamento del Regno di Sardegna. Egli era nipote di Giommaria Mameli, notaio di Tortolì nativo di Gairo, che fu elevato al rango nobiliare da Carlo VI d’Asburgo. Anche i Mameli presenti dal 1770 a Carloforte non sono liguri ma originari di Cagliari. Si tratta dunque di un cognome veramente famoso ovunque.
Riguardo all’origine, questo cognome fa parte di un antico gruppo per il quale Massimo Pittau ha intravisto comuni origini romane che potrebbero risalire al periodo dell’occupazione militare della Barbagia. Si tratta di cognomi come Calvisi, Curreli, Marcheddine e Marcellino, Marongiu, Masuri, Monni, Onnis, Pascasi, Serusi, Sisini, Useli/Useri, Valeri, Verachi che continuano i gentilizi o cognomina latini Calvisius, Cornelius o Currelius, Marcellinus, Maronius, Masurius, Monnius, Fonnius, Paschasius, Selusius, Sisinius, *Uselius, Veracius). Secondo questa interpretazione, dunque, Mameli sarebbe il continuatore dell’antico gentilizio romano Mamelius (DCS, 2:168).
È documentato dal 1100 nel Regno d’Arborea (Condaghe di Bonarcado 22, 25, 103,118, 123, 167, 172, 190, 204, 220) anche con la variante Mamelli. Nel 1388 risulta attestato ad Aritzo, Busachi, Donigala Fenughedu, Fonni, Oliena, San Vero Milis, Sassari, Villanova Truschedu e nel villaggio medievale di Loddu. Nel 1400 è registrato nel Meilogu (RSPS 185) e tra Oristano e Alghero. Nel 1500 era presente a Sedilo (anche con la variante Mamely), Ghilarza, Oristano e Sassari. Nel 1606 è attestato a Meana, nel 1607 a Ozieri, nel 1654 a Cagliari, nel 1660 a Sanluri, nel 1675 a Gairo, nel 1725 ad Alghero e tra il 1777 e il 1786 a Tortolì. Inoltre è ricordato negli atti dei Parlamenti del Regno di Sardegna (don Giovanni Mameli, giudice aggiunto della Reale Udienza). Nel 1841 è citato a Guamaggiore, nel 1847 a Bitti, nel 1857 a Galtellì, nel 1863 a Berchidda e nel 1880 a Carloforte, Dolianova, Iglesias, Lanusei, Olzai, Pula e Tiana.
Il giurista Filippo Mameli (di cui nella cattedrale di Oristano si conserva l’epigrafe funeraria scritta in sardo) fu l’estensore della celebre Carta de Logu de Arborea durante il regno di Mariano IV.
Contrariamente a quanto ritengono taluni, anche il ceppo genovese dei Mameli è originario della Sardegna. La sua figura più celebre, l’eroe risorgimentale Goffredo Mameli (autore dell’inno ufficiale “Fratelli d’Italia”), pur essendo nato a Genova, era figlio di Giorgio Mameli, nobile nato a Lanusei, ammiraglio della Marina Sarda e deputato al parlamento del Regno di Sardegna. Egli era nipote di Giommaria Mameli, notaio di Tortolì nativo di Gairo, che fu elevato al rango nobiliare da Carlo VI d’Asburgo. Anche i Mameli presenti dal 1770 a Carloforte non sono liguri ma originari di Cagliari. Si tratta dunque di un cognome veramente famoso ovunque.
Riguardo all’origine, questo cognome fa parte di un antico gruppo per il quale Massimo Pittau ha intravisto comuni origini romane che potrebbero risalire al periodo dell’occupazione militare della Barbagia. Si tratta di cognomi come Calvisi, Curreli, Marcheddine e Marcellino, Marongiu, Masuri, Monni, Onnis, Pascasi, Serusi, Sisini, Useli/Useri, Valeri, Verachi che continuano i gentilizi o cognomina latini Calvisius, Cornelius o Currelius, Marcellinus, Maronius, Masurius, Monnius, Fonnius, Paschasius, Selusius, Sisinius, *Uselius, Veracius). Secondo questa interpretazione, dunque, Mameli sarebbe il continuatore dell’antico gentilizio romano Mamelius (DCS, 2:168).