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Buon Gusto - Speciale Salumerie

A Sassari c’è Alberti, la salumeria dei presidenti: un secolo di gusto, memoria e passione

di Rachele Falchi
A Sassari c’è Alberti, la salumeria dei presidenti: un secolo di gusto, memoria e passione<br type="_moz" />

Fondata nel 1925 in via Roma la bottega ha servito avvocati politici e magistrati. Tra i clienti le famiglie di Enrico Berlinguer, Francesco Cossiga e Antonio Segni

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Tutto inizia alla fine dell’Ottocento, quando nonna Rachele, rimasta vedova, porta avanti la famiglia con un piccolo negozio di generi alimentari all’angolo tra via Cavour e via Manno. Suo figlio Mario, poco più che ragazzino, impara presto il mestiere e a diciassette anni parte con la valigia per il “continente”. A Genova, Torino e poi Milano, lavora nelle grandi salumerie dell’epoca, respirando tecniche e professionalità che fa sue e decide di portarle per primo in Sardegna.

Nel 1925 apre la bottega di via Roma che porterà il suo nome fino ai giorni nostri. «Aveva imparato tutto ed era stato in grado di elevare il concetto di negozio alimentari racconta con orgoglio – racconta oggi con orgoglio Antonello Alberti, che per una vita ha portato avanti il lavoro cominciato da suo padre Mario –. Conosceva l’arte di bussare una forma di formaggio per sentirne il cuore, l’olfatto per capire un salume, la cura quasi maniacale per ogni dettaglio. Io son diventato discretamente bravo, ma mai alla sua altezza».

La salumeria diventa presto un punto di riferimento in città. Non solo per la qualità: «Questo mestiere non è solo servire, è anche consigliare, accompagnare le famiglie nel mangiare bene», dice Alberti. «Mio padre ripeteva sempre: “Ricordatevi che voi date da mangiare alla gente. Non potete sbagliare, perché non vendete un vestito che può essere cambiato o aggiustato: vendete qualcosa che entra nel corpo delle persone, avete una grande responsabilità”».

Negli anni, davanti a quel bancone sono passate le famiglie più note di Sassari, come quelle dei due presidenti della Repubblica, Francesco Cossiga e Antonio Segni, o del segretario del Pci Enrico Berlinguer, e non mancano gli aneddoti. «Cossiga, da ragazzo, una volta cercò di prendere una fetta di mortadella dalla macchina affettatrice… e si tagliò un dito!», racconta Alberti ridendo.

Oggi la tradizione Alberti continua grazie a Marcello Palmas e Maria Vittoria Salis, che da un paio d’anni hanno raccolto il testimone. Marcello è entrato come ragazzo di bottega nel 2009, ad appena 19 anni: è praticamente cresciuto dietro quel banco. «Provengo da una famiglia di commercianti nel settore alimentari, ma qui ho appreso tutto su cosa vuol dire davvero avere cura del cliente».

Con lui e la moglie, la norcineria ha aperto una nuova stagione: «Abbiamo potenziato la parte gastronomica – spiega –. Prima avevamo una vetrina, ora ne abbiamo due: proponiamo piatti pronti di alta qualità, dalla pescatrice alla catalana ai cibi della tradizione a seconda del periodo dell’anno».

Il negozio, però, è rimasto fedele a se stesso: gli stessi cartelli, lo stesso banco, la stessa aria di casa. «Abbiamo solo aggiunto qualcosa – dice – ma senza snaturare nulla». «Il loro compito sarà quello di anticipare le tendenze – conclude Antonello Alberti, che ancora bazzica in bottega come angelo custode –. L’importante è capire dove va la società, cosa desidera la gente e arrivarci un attimo prima».
 

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