La Nuova Sardegna

Olbia

Il dragaggio del porto

Olbia, stop alle vasche di colmata: Authority sul piede di guerra, mitilicoltori soddisfatti

di Giandomenico Mele
Olbia, stop alle vasche di colmata: Authority sul piede di guerra, mitilicoltori soddisfatti

Deiana: «A rischio il futuro del porto». Bigi: «Decisione giusta»

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Olbia Il Mase ha imposto lo stop ai dragaggi del golfo. Il decreto del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, nell’ambito della procedura di Via, ha recepito il giudizio negativo espresso dal ministero della Cultura - Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio, per le parti del progetto riferite alle vasche di colmata nord, nell’area denominata “pontile ex Palmera”, pur essendosi espresso positivamente sulle condizioni ambientali delle opere previste dal progetto. Massimo Deiana, presidente dell’Autorità di sistema portuale, reagisce con indignazione davanti a un provvedimento che, secondo lui, può mettere in ginocchio l’operatività del più importante porto commerciale dell’isola. Soddisfatto per il no alle vasche, invece, Raffaele Bigi, presidente del Consorzio dei molluschicoltori.

Authority. «Sono senza parole, oscuri dirigenti di qualche ministero si permettono di condannare le aspirazioni di sviluppo dei traffici marittimi nel principale porto passeggeri della Sardegna» dice Deiana. L’Adsp certamente impugnerà il decreto, ha 60 giorni di tempo per farlo davanti al Tar. «Come dire che puoi costruire un grattacielo, ma senza le fondamenta, il diniego implica che non ci sarà nessuna vasca di colmata perché modificherebbe la linea di costa, particolarmente pregiata, ultimo reliquato incontaminato rimasto a Olbia, salvo dimenticarsi che già esisteva il “molo Palmera” – sottolinea Deiana –. In questo momento e a queste condizioni è impossibile fare i dragaggi, le vasche di colmata servono per mettere tra i 200 e i 250mila metri cubi del materiale di scavo più sporco, il resto lo potremo immergere in mare. Non possiamo metterlo da nessuna altra parte. Facciamo un conto, quanto si può trasportare in un camion grande? Trenta metri cubi. Per 300 mila metri cubi di materiale di dragaggio dovremmo usare 100 mila camion per buttare il materiale in una discarica che neanche esiste».

Mitilicoltori. Diversa la reazione di Raffaele Bigi, presidente del Consorzio molluschicoltori, da sempre nemico giurato del progetto che prevedeva le due vasche di colmata: «Siamo molto soddisfatti di questa decisione, condividiamo il parere negativo a lavori che prevedevano l’ulteriore prosciugamento di 5 ettari di golfo. Siamo dispiaciuti per il rallentamento della procedura dei dragaggi, perché come più volte spiegato riteniamo siano indispensabili per la navigazione e il ricambio dell’acqua del golfo, ma devono avvenire nel pieno rispetto delle regole ambientali e naturalistiche. Sarebbe un disastro prosciugare 5 ettari di golfo. Voglio ancora sottolineare che non è un parere contrario al dragaggio, ma alle operazioni di creazione delle vasche».

Il giudizio. Il Mase, nonostante il via libera da parte della Regione e quello della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via e Vas, ha quindi espresso giudizio negativo sulla compatibilità ambientale del progetto sui dragaggi, per portare i fondali del porto Isola Bianca e del porto Cocciani a meno 10 metri e i fondali della canaletta a meno 11 metri. I funzionari hanno motivato nel diniego che «la linea di costa interessata dalla realizzazione delle vasche di colmata nord costituisce uno dei rari tratti di morfologia costiera naturale risparmiato dai banchinamenti, che hanno nel tempo artificializzato il tratto di costa a nord dell’abitato; il progetto mostra che le vasche di colmata di fatto si tradurranno in un ulteriore ampissimo banchinamento della fascia di costa (per circa 5 ettari)». Il ministero della Cultura, dunque, ritiene che le vasche di colmata possano danneggiare il paesaggio in violazione di un decreto del 1965 che dichiarava la zona litoranea di Olbia nella quale ricade l’intervento «di notevole interesse pubblico», in quanto «fra le più belle zone della costa orientale della Sardegna, per l’eccezionale susseguirsi di quadri naturali offerti da innumerevoli promontori granitici che emergono dal mare purissimo». Il porto di Olbia, senza le operazioni di dragaggio, rischia nel giro di pochissimi anni di non poter più far attraccare le navi da crociera di ultima generazione, ma neanche i nuovi traghetti che hanno lunghezze e pescaggio anche superiori a navi da crociera. «Si pensi ai due traghetti Moby, la Fantasy e la Legacy, che già oggi hanno difficoltà a entrare in porto in determinate condizioni, senza contare le nuove navi Grimaldi, in arrivo dalla Cina, che diventeranno pienamente operative anche sulle rotte per la Sardegna» sottolinea ancora Deiana. La delicatezza dell’operazione è determinata dai volumi di dragaggio previsti, con 700 mila metri cubi di materiale di risulta, l’Adsp e i suoi progettisti hanno ritenuto di farsi affiancare da Ispra nella redazione del progetto, dal quale è emersa la necessità di supportare le attività di dragaggio con la predisposizione di idonee vasche dove conferire il materiale che risultasse non idoneo, a seguito delle attività di caratterizzazione, ad essere conferito a mare. Il cronoprogramma prevede 525 giorni di lavori, con un quadro economico di 94,3 milioni. Il costo complessivo del dragaggio, quindi, è praticamente triplicato, a fronte dei 36,2 milioni stimati in sede di gara.

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