La Nuova Sardegna

Il processo

Cinque sentenze pesanti per il maxi traffico di droga

Cinque sentenze pesanti per il maxi traffico di droga

La resa dei conti per l’organizzazione sardo-albanese. Un solo assolto: è un sassarese

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Olbia La sentenza del tribunale di Tempio è un bollettino di guerra. Mano pesante per Giovanni Satta, difeso dagli avvocati Angelo Merlini e Donatella Corronciu: 8 anni e 6 mesi di reclusione, così come aveva richiesto la pm della Direzione distrettuale antimafia, Rossana Allieri. È andata appena meglio a Simone Canu, olbiese, pure lui difeso dagli avvocati Angelo Merlini e Donatella Corronciu, condannato a 7 anni e 6 mesi. Condannato anche il romeno Alexandru Dughila, difeso dall’avvocato Giommaria Uggias: 6 anni e 6 mesi per associazione a delinquere ma assolto dall’accusa di spaccio “per non aver commesso il fatto”. Condannato l’orunese Giovanni Battista Pira, difeso dagli avvocati Elena Ledda e Giancarmelo Serra: 6 anni di reclusione. Condannato Gino Mureddu, difeso dagli avvocati Silvia Russel e Rosario Cristiano: 4 anni e 6 mesi di reclusione. Sia Pira che Mureddu sono stati assolti dall’accusa di associazione per delinquere. Completamente assolto, invece, “per non aver commesso il fatto” il sassarese Nicola Salvatore Pinna, difeso dagli avvocati Paolo Spano ed Erika Dessì.

Sostanzialmente, il dispositivo rispecchia l’impianto accusatorio e le richieste del pubblico ministero. Dure le prime reazioni a caldo degli avvocati difensori, che preannunciano appello. «Sentenza inaspettata – dice l’avvocato Angelo Merlini – per Giovanni Satta il tribunale ha addirittura riesumato l’accusa di associazione per delinquere su cui il Riesame e la Cassazione avevano già dichiarato insussistenti tutti i presupposti». Secondo le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, Satta avrebbe avuto un ruolo di rilievo nei rapporti con due gruppi criminali albanesi attivi nel narcotraffico internazionale. Le organizzazioni operavano in sinergia per introdurre eroina e cocaina in Sardegna, sfruttando canali logistici che partivano dall’Albania e dall’Olanda, con destinazione finale le piazze di spaccio del nord dell’isola, in particolare Olbia e la Costa Smeralda nel periodo estivo.

I fatti contestati risalgono agli anni 2013 e 2014. L’arresto di Giovanni Satta risale all’aprile 2016, quando fu catturato dai carabinieri nell’ambito di un’inchiesta che ricostruì il presunto ruolo di coordinamento dell’ex consigliere regionale nella rete di importazione e distribuzione della droga sull’isola. Nel 2017 fu rinviato a giudizio. Da allora un lunghissimo processo in tribunale con numerose testimonianze, interrogatori e controinterrogatori, soprattutto a favore del principale imputato. Testimonianze che però non sono state evidentemente ritenute attendibili dal pubblico ministero. Alla fine, la sentenza del tribunale che ha accolto la tesi accusatoria. (m.b.)

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