La Nuova Sardegna

Sassari

Il processo

Maltrattamenti agli alunni, la maestra davanti al giudice

di Nadia Cossu
Maltrattamenti agli alunni, la maestra davanti al giudice

Sassari, a settembre giudizio abbreviato per la 60enne: le presunte vittime hanno dai 3 ai 4 anni

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Sassari Dovrà presentarsi il 25 settembre davanti al giudice Gian Paolo Piana la maestra arrestata lo scorso maggio per i presunti maltrattamenti verso alcuni bambini della sua classe. L’insegnante, che da quel giorno è stata sospesa dal servizio, affronterà il processo con il giudizio abbreviato condizionato, assistita dal suo avvocato difensore Marco Palmieri. Mentre i genitori dei bambini che sarebbero stati picchiati e umiliati nella scuola dell’infanzia “Pertini-Biasi” potrebbero valutare di costituirsi parti civili attraverso l’avvocato Stefano Porcu.

Sono le ultime novità dell’inchiesta che vede l’insegnante 60enne chiamata a rispondere di accuse pesanti. Le registrazioni delle telecamere installate dalla polizia all’interno dell’istituto comprensivo avevano immortalato calci alle gambe, colpi sulla testa, sulla nuca e sulla schiena di bambini di 3 e 4 anni. Piccoli alunni, magari un po’ vivaci, che a volte venivano anche strattonati, sculacciati, tirati per le orecchie, sollevati di peso e sbattuti sulle sedie. L’indagine della squadra mobile era partita in seguito a una prima segnalazione della dirigente dell’istituto che evidenziava “l’opportunità di un monitoraggio” da parte della polizia nella sezione in cui operava quella maestra per via di una “probabile pratica di abuso dei mezzi di correzione ai danni, in particolare, di un bambino di tre anni”.

La comunicazione inoltrata in questura, nello specifico, faceva riferimento a un episodio nel quale un’altra insegnante avrebbe visto l’indagata intervenire nei confronti dell’alunno “tirandogli le orecchie e strattonandolo”. Alla vista di questi comportamenti non era rimasta in silenzio ma aveva anzi detto alla collega ad alta voce che quelli “non erano modi adatti di interfacciarsi con i bambini”. A distanza di qualche giorno era stata inoltrata al personale della questura una seconda pec dove venivano segnalati ulteriori episodi nei quali la maestra avrebbe pestato mani e bocca agli alunni. Da qui la richiesta di un “intervento tempestivo”. Istanza accolta dalla squadra mobile che aveva sentito a sommarie informazioni sia la dirigente scolastica che le persone che avevano assistito ai presunti maltrattamenti. Le stesse che avevano riferito agli agenti di averli contattati “perché non potevamo più far finta di niente davanti a quei comportamenti”. In un’occasione, vedendo la maestra rincorrere un bambino, bloccarlo, sgridarlo e dargli due sculaccioni, una collaboratrice scolastica le avrebbe detto di non fare più quelle cose davanti a lei, “oppure faccia in modo che non le veda” aveva aggiunto. L’insegnante – 40 anni di servizio, incensurata, nessun procedimento penale pendente – non aveva voluto rilasciare dichiarazioni sull’accaduto. «Sarà il giudice a valutare se le condotte della mia assistita costituiscano dei maltrattamenti – era stato il commento prudente del difensore Marco Palmieri – Senza voler, in generale, legittimare in alcun modo eventuali condotte violente, va detto che la situazione in quel plesso scolastico era di estremo disagio e difficoltà, in particolare per via della frequentazione di bambini che necessitavano di controllo assiduo. Tant’è che c’erano state svariate richieste di un potenziamento di personale. Tutto è quindi maturato in una situazione ambientale complicata».

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