La Nuova Sardegna

Sassari

Accoltellò un falegname sconterà cinque anni

di Luca Fiori
Accoltellò un falegname sconterà cinque anni

Condannato dal gup il 76enne di Cossoine che ferì l’amico durante uno spuntino  Il pm aveva chiesto dieci anni per l’imputato, ritenuto semi capace di intendere 

15 settembre 2021
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BONORVA. Cinque anni di condanna, due dei quali da scontare all’intero di una comunità protetta È quanto ha stabilito ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Sassari Giuseppe Grotteria nei confronti di Piero Stoccoro, il 76enne di Cossoine accusato di aver ferito un anno fa con un coltello Giovanni Antonio Solinas, falegname di 54 anni, di Bonorva, durante uno spuntino.

Per Stoccoro, difeso dall’avvocato Agostinangelo Marras, il pubblico ministero Lara Senatore aveva chiesto la condanna a dieci anni di reclusione.

L’episodio che ha portato Stoccoro davanti a un giudice risale alla scorsa estate. Il pensionato aveva usato una lama di 15 centimetri per colpire il costato di Solinas, lama che si era fermata poco distante dal cuore. «Sono venuto per ammazzarti» aveva detto Stoccoro all’amico.

Dopo esser stato ferito il falegname era fuggito a piedi (seguito dal suo aggressore) e poi era riuscito a salire in auto per raggiungere la caserma dei carabinieri di Bonorva dove era arrivato sanguinante. Qui aveva chiesto aiuto raccontando di essere stato accoltellato al termine di uno spuntino nelle sua campagna tra il paese e Giave. Giovanni Antonio Solinas aveva fornito qualche indicazione sull’accaduto e poi era stato ricoverato in ospedale a Sassari dove era arrivato a bordo di un’ambulanza del 118 che lo aveva prelevato proprio nella caserma. Nessuno però aveva assistito all’accoltellamento ed era stato complicato ricostruire i dettagli dell’aggressione. Da ulteriori approfondimenti di indagine, oltretutto, era emerso che poco tempo prima l’imputato si era reso responsabile di altre aggressioni mai denunciate. Secondo quanto accertato dai carabinieri il pensionato di Cossoine si era presentato a casa del conoscente, con cui in passato ci sarebbero stati dei dissapori legati a questioni economiche per dei terreni, e senza che lui potesse neanche accorgersene gli aveva conficcato nel costato la lama di un coltello da macelleria che aveva portato con sé dalla propria abitazione. Da qui la contestazione della premeditazione. Durante il processo l’imputato era considerato semi incapace di intendere e volere da Claudia Granieri la psichiatra incaricata di eseguire una perizia sull’imputato, accertando la pericolosità sociale dell’uomo consigliando il ricovero in una struttura protetta.

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