Medici assolti per la morte di un paziente. La vedova: non c’è giustizia
Si è chiuso il processo per il decesso di un pensionato sassarese. Lo sfogo della donna: «Mio marito oggi è morto per la seconda volta»
Sassari L'abbraccio tra colleghi medici, il sollievo e qualche lacrima da una parte, la rabbia dall'altra: "Mio marito oggi è morto per la seconda volta".
Sono le due facce dei processi: la gioia di un imputato che viene assolto, l'amarezza delle persone offese (che nella scorsa udienza avevano ritirato la costituzione come parti civili) che ritengono di non aver ottenuto giustizia.
Oggi nell'aula del tribunale di Sassari nove medici della Chirurgia vascolare sono stati assolti dall'accusa di omicidio colposo "perchè il fatto non sussiste", ha stabilito il giudice Claudia Sechi.
Agirono correttamente, in sintesi, e non ebbero alcuna responsabilità - contrariamente a quanto sostenuto dal pubblico ministero Paolo Piras - per la morte del 73enne sassarese Carlo Dessole. Il pm nell'ultima udienza aveva chiesto la condanna per sei imputati e l'assoluzione per altri tre.
La tragedia era accaduta a marzo del 2018. Il pensionato Carlo Dessole era arrivato al pronto soccorso del Santissima Annunziata con una richiesta di ricovero immediato in Chirurgia vascolare. L’intervento urgente per la sistemazione di uno stent coronarico era stato eseguito però solo otto giorni dopo il ricovero e l’uomo era morto per un aneurisma a 24 ore di distanza dall’operazione.
Proprio su quello che la Procura ritiene sia stato «un atteggiamento troppo attendistico» si è concentrato il processo a carico dei nove medici Pier Luigi Tilocca, Salvatora Dettori, Gianfranco Fadda,
Eugenio Martelli, Franco Piredda, Antonietta Casu, Anastasia Gabriella Tucconi, Roberto Mancino, Sandro Ciccarello.
Le ultime due perizie disposte dal giudice Sechi (oltre alle consulenze di parte e alle prove documentali e testimoniali portate a dibattimento dal collegio difensivo) hanno però stabilito che la condotta dei medici fu corretta.
Soddisfazione è stata espressa alla lettura del dispositivo dagli avvocati della difesa Sebastiano Chironi, Guido Da Tome, Carlo Pinna Parpaglia, Gianluigi Poddighe, Luigi Esposito, Salvatore Porcu, Amedeo e Stefano Mandras, Roberto Pessei, Ivano Iai, Francesco Porcu e Filippo Orecchioni.