La Nuova Sardegna

Sassari

Il processo

Attentato contro un medico, due rinviati a giudizio – ecco chi sono

di Nadia Cossu
Attentato contro un medico, due rinviati a giudizio – ecco chi sono

Nel 2022 a Sedini un ordigno aveva distrutto la casa di campagna di un anestesista

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Sassari «È stato di suo gradimento il regalo di buon Natale 2022 (BUMM)? Per il 2023 replicheremo dove abita, a Sant’Antioco, possibilmente con voi dentro e con il tempo dovuto. Arriviamo alla tua cara dottoressa nel Sassarese, se il buon Dio vi lascia in vita passerete le pene dell’inferno per quanto campi, possibilmente con un buco in gola».

Per la Procura, questa lettera intimidatoria scritta a mano e recapitata il 2 marzo 2023 al medico Leonardo Tola (originario di Sedini ma residente a Sant’Antioco per motivi lavorativi) certificava (proprio grazie alla grafia) la paternità dell’attentato che qualche mese prima – il 16 novembre 2022 – aveva distrutto nelle campagne di Sedini (località Vignazza) l’abitazione rurale del medico, anestesista rianimatore all’ospedale Sirai di Carbonia. Una casa che era un ritrovo per tutta la famiglia in diversi periodi dell’anno.

Paternità attribuita a Giorgio Franco Peddio, 66 anni, di Desulo. Una perizia calligrafica disposta durante le indagini aveva infatti stabilito che quella missiva era stata scritta a mano dal 66enne. Che avrebbe agito in concorso con un imprenditore di Carbonia, Roberto Collu (di 65 anni). Entrambi sono stati rinviati a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare Sergio De Luca davanti al collegio del tribunale di Sassari (la prima udienza si è tenuta il 2 luglio) per reati pesanti: disastro doloso, minaccia aggravata, detenzione e porto illegale di esplosivi.

L’ordigno era di alto potenziale e la deflagrazione era stata sentita persino a Bulzi e in altri paesi vicini. I sospetti erano ricaduti sui due imputati per via di alcune “tensioni” che si erano create tempo prima all’interno di un’associazione che Leonardo Tola aveva fondato con altri medici e infermieri. Insieme si occupavano di prestare, volontariamente, assistenza ai malati di Sla e alle loro famiglie organizzando, ad esempio, attività ricreative in spiaggia, dotandole delle attrezzature necessarie per la mobilità.

A un certo punto nell’associazione erano entrate altre persone e visioni differenti sui progetti da portare avanti avevano convinto Tola ad andare via e a creare un’altra associazione. Lo avevano seguito anche i colleghi e i familiari dei pazienti che assisteva. Da quel momento (nel 2021) erano iniziate le minacce. Lettere minatorie, diffamazioni e calunnie. A un infermiere era stata anche incendiata l’auto.

Fino ad arrivare alla bomba del 16 novembre 2022, esplosa alle 20.45. L’abitazione era crollata e solo per un caso fortuito non ci furono conseguenze più drammatiche. A Sedini, infatti, vive un fratello di Leonardo Tola. Nel pomeriggio di quello stesso giorno una delle figlie era stata nella casa di Vignazza per portare da mangiare al cane e dopo le 20 ci sarebbe dovuto andare anche suo padre: «Ma decisi di rimandare alla mattina successiva. Per fortuna. Avrei potuto trovarli sul posto, oppure l’ordigno sarebbe potuto esplodere mentre io ero in casa».

Dopo l’attentato era stata presentata una denuncia contro ignoti ed era partita un’accurata attività investigativa dei carabinieri della compagnia di Valledoria. Tre anni di appostamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti, analisi di tabulati e delle celle agganciate in quei giorni. Un lavoro scrupoloso coordinato dalla Procura di Sassari (è stata la pm Enrica Angioni a chiedere il rinvio a giudizio degli imputati) che ha consentito di identificare coloro che per l’accusa sarebbero i responsabili dell’attentato: Collu e Peddio.

Entrambi sono difesi dall’avvocato Riccardo Floris e hanno fin dall’inizio dichiarato la propria innocenza. Leonardo Tola si è invece costituito parte civile con l’avvocato Roberto Peara. Il gup De Luca aveva respinto la richiesta di rito abbreviato presentata dall’avvocato Floris che l’ha poi reiterata davanti al collegio. L’istanza è stata accolta ma a condizione che entro 30 giorni dall’udienza fissata per il 22 ottobre la difesa produca la lista testi con l’indicazione specifica delle circostanze su cui deve vertere l’esame.

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