La Nuova Sardegna

SASSARI. Niente baci e abbracci, niente convenevoli, e non è solo una questione di Covid. L’allievo Gianmarco Pozzecco batte il maestro Meo Sacchetti, ma per le smancerie reciproche sarà per un’altra volta. Pugno contro pugno per salutarsi prima e dopo la partita, quando il coach della nazionale ha tirato dritto verso gli spogliatoi scurissimo in volto, senza salutare nessun altro, se non il suo ex allievo. Il ritorno a Sassari del coach del triplete, iniziato con gli applausi convinti dei 200 del palazzetto, Stefano Sardara compreso, finisce nel modo più amaro, con un ko in volata dopo una gara molto ben giocata. «Peccato davvero – dirà poi il ct azzurro – siamo stati bravi a contenere il loro inizio rientrando subito in partita. Poi, tra momenti di alti e bassi per entrambe le squadre, non abbiamo avuto noi la forza di chiudere la partita quando ci siamo trovati a +8, sbagliando qualcosa di troppo».

Dall’altra parte, Poz gongola. «È stata una gara molto bella, in questo periodo storico le squadre in trasferta giocano una pallacanestro che con il palazzetto pieno solitamente si fa più fatica a giocare e paradossalmente giocare in casa ora è meno vantaggioso. Abbiamo riavuto la prova di questo, io ero arrabbiato con i miei giocatori tra primo e secondo tempo invece non posso che avere parole di elogio per la loro capacità di non mollare nel terzo e nell’ultimo quarto. Tillman? Abbiamo visto cosa Justin è capace di fare, non avevamo dubbi sul suo potenziale, era nove mesi che non giocava una partita vera come questa, avendo perso la preseason dobbiamo inserirlo ancora nei nostri meccanismi al 100%. Ma ci stiamo lavorando». (a.si.)