LA COMPETIZIONE TRA I GIGANTI
Andiamoci piano con l’età non è così facile determinarla
L’interesse sempre più diffuso per l’ambiente ha fatto diventare i patriarchi verdi delle attrazioni turistiche. Fino a creare una continua competizione: dove cresce l’esemplare più vecchio? L’olivast...
22 novembre 2020
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L’interesse sempre più diffuso per l’ambiente ha fatto diventare i patriarchi verdi delle attrazioni turistiche. Fino a creare una continua competizione: dove cresce l’esemplare più vecchio? L’olivastro di Luras è davvero l’albero più antico d’Europa?
«Stabilire la reale età dei grandi alberi non è sempre semplice – risponde Ignazio Camarda – . Facciamo l’esempio dei tassi: con i metodi in uso attualmente e considerando che spesso gli accrescimenti annuali non superano il millimetro in spessore, le stime non possono essere precise. Si tratta, nei tronchi che superano un metro di diametro, di alberi pluricentenari, ma in alcuni casi è possibile stimare la loro età in oltre 1000 anni. Confrontandoli i grandi tassi presenti in altre aree europee ci può consentire stime più realistiche. Comunque si può affermare che il tasso di Baddesalighes e quello di Padenti sas Iscalas di Fonni possano superare i 1000 anni, probabilmente anche l’oleastro di Luras, di Sarule, di Santa Maria Navarrese e di Tanca Manna di Cuglieri lo sono. L’olivo sa Reina di Villamassargia è stato valutato in circa 900 anni. I grandi lecci, roverelle e sughere possono essere stimati tra i 500-700 anni. All’oleastro di Luras sono stati attribuiti 955-2000-2500-3000-3500 -4000 anni. Ma una valutazione per estrapolazione da fusti di esemplari cresciuti nelle vicinanze e derivanti da tagli colturali indica in 1910 o in 955 anni a seconda della stima di crescita degli anelli. Il fusto dell’oleastro è con alta probabilità il risultato della fusione di almeno tre polloni».
«Stabilire la reale età dei grandi alberi non è sempre semplice – risponde Ignazio Camarda – . Facciamo l’esempio dei tassi: con i metodi in uso attualmente e considerando che spesso gli accrescimenti annuali non superano il millimetro in spessore, le stime non possono essere precise. Si tratta, nei tronchi che superano un metro di diametro, di alberi pluricentenari, ma in alcuni casi è possibile stimare la loro età in oltre 1000 anni. Confrontandoli i grandi tassi presenti in altre aree europee ci può consentire stime più realistiche. Comunque si può affermare che il tasso di Baddesalighes e quello di Padenti sas Iscalas di Fonni possano superare i 1000 anni, probabilmente anche l’oleastro di Luras, di Sarule, di Santa Maria Navarrese e di Tanca Manna di Cuglieri lo sono. L’olivo sa Reina di Villamassargia è stato valutato in circa 900 anni. I grandi lecci, roverelle e sughere possono essere stimati tra i 500-700 anni. All’oleastro di Luras sono stati attribuiti 955-2000-2500-3000-3500 -4000 anni. Ma una valutazione per estrapolazione da fusti di esemplari cresciuti nelle vicinanze e derivanti da tagli colturali indica in 1910 o in 955 anni a seconda della stima di crescita degli anelli. Il fusto dell’oleastro è con alta probabilità il risultato della fusione di almeno tre polloni».
